Dodici Stati sfidano Trump: la guerra sui dazi svela un’America divisa!

Stati non più così Uniti: in dodici fanno causa a Trump per i dazi

ROMA – Gli Stati Uniti si trovano di fronte a una significativa frattura politica. Dodici Stati, inclusi giganti economici come New York, Illinois e Oregon, hanno avviato un’azione legale contro l’ex Presidente Donald Trump, contestando la legittimità dei dazi imposti dalla sua amministrazione. Questi Stati, per lo più governati da Democratici, affermano che Trump non ha il diritto di "imporli arbitrariamente come ha fatto finora", sostenendo che solo il Congresso detiene tale potere.

La causa è stata presentata dai procuratori generali dei vari Stati presso la Corte statunitense per il commercio internazionale e segna una continuazione di un’iniziativa legale già avviata dalla California una settimana fa. "Questi editti riflettono una politica commerciale nazionale che ora dipende dai capricci del presidente piuttosto che dal sano esercizio della sua legittima autorità", si legge nel documento legale.

Il governatore della California, Gavin Newsom, ha affermato che l’amministrazione Trump ha avviato una guerra commerciale che ha causato "danni immediati e irreparabili" all’economia dello Stato. L’azione legale sottolinea la gravità della situazione, evidenziando effetti negativi sui prezzi al consumo e sull’accesso ai beni fondamentali.

“Quando un presidente promuove una politica illegale che fa aumentare i prezzi al supermercato e fa impennare le bollette, non possiamo permetterci il lusso di restare a guardare”, ha dichiarato Dan Rayfield, procuratore generale dell’Oregon, evidenziando la responsabilità degli Stati di opporsi a tali misure.

Oltre a New York, Illinois e Oregon, gli altri Stati coinvolti nella causa comprendono Arizona, Colorado, Connecticut, Delaware, Maine, Minnesota, Nevada, New Mexico e Vermont, con la sorprendente inclusione di Nevada e Vermont, entrambi governati da Repubblicani.

In risposta a queste azioni legali, Kush Desai, portavoce della Casa Bianca, ha bollato il processo come una “caccia alle streghe”, minimizzando le preoccupazioni espresse da questi Stati e facendo eco a una retorica che caratterizza da sempre la politica divisiva degli Stati Uniti.

In un tempo in cui la coesione nazionale sembra essere in continuo deterioramento, questo sviluppo legale riflette una cacofonia di voci che si oppongono a politiche percepite come dannose e illegittime, rendendo sempre più evidente la polarizzazione del panorama politico americano.