
BOLOGNA – Un tragico omicidio-suicidio ha scosso la comunitĂ di Lamon, in provincia di Belluno, dove un padre, Vladislav Gaio, ha ucciso il proprio figlio Riccardo, di soli 17 anni, per vendetta nei confronti della moglie, Miriam Tommasini. L’orribile atto è avvenuto poche ore dopo che la donna aveva presentato una denuncia ai Carabinieri nei confronti del marito, segnando un punto di non ritorno in una storia di conflitti e separazione.
Il giovane Riccardo, descritto dai vicini come un adolescente solitario e riservato, è stato brutalmente assassinato con alcune coltellate e successivamente con un colpo di pistola usato per la macellazione degli animali. Questa stessa arma è stata poi utilizzata da Gaio per togliersi la vita. Il delitto, avvenuto martedì pomeriggio, ha lasciato un segno indelebile nella vita della famiglia, in particolare nella sorella di 13 anni, che, ignara, è rientrata a casa per scoprire il dramma.
Le tensioni tra i genitori erano note, con litigi frequenti e una separazione di fatto che si protraeva da tempo. Gaio, recentemente disoccupato e senza alcuna fonte di reddito, si trovava in una situazione di crescente stress, mentre il peso economico della famiglia ricadeva sulle spalle di Miriam, che riusciva a mantenere un lavoro stabile.
Ancora poco chiara è la natura della denuncia presentata da Miriam, che potrebbe rivelare dettagli su anni di maltrattamenti sia verso di lei che verso i figli. I Carabinieri non hanno rilasciato informazioni specifiche, ma la tempistica del delitto suggerisce una reazione violenta e impulsiva da parte di Gaio, che ha reagito all’azione della moglie con un omicidio atroce.
La pistola utilizzata, una sorta di sparachiodi, è facilmente reperibile senza autorizzazioni, sollevando interrogativi sulla sicurezza e sul controllo delle armi nel paese. In seguito alla scoperta dei corpi, la madre e la figlia sono state portate in ospedale in stato di choc, esponendo l’orribile realtĂ di una famiglia distrutta.
Riccardo, che aveva abbandonato gli studi, aveva giĂ dimostrato di avere una vita complicata. Gli insegnanti e i compagni lo ricordano come un ragazzo che si ritraeva nel suo mondo, probabilmente segnato dalle tensioni familiari. Questa tragedia non è solo un caso di omicidio ma rappresenta una realtĂ estremamente dolorosa che coinvolge molte famiglie: l’incapacitĂ di gestire l’aggressivitĂ e le frustrazioni in un contesto familiare difficile.
Questa drammatica storia non può lasciare indifferente la società , invitando alla riflessione sulla necessità di supportare le famiglie in crisi e prevenire atti di violenza che possono cambiare per sempre il corso delle vite.