
Israele Lancia un Nuovo Piano di Conquista per Gaza: Le Reazioni di Hamas e della Comunità Internazionale
ROMA – È stata ufficialmente approvata dal gabinetto di sicurezza israeliano una strategia che segna una nuova fase nel conflitto in Medio Oriente. Durante un video pubblicato su X, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato l’avvio di una massiccia operazione militare contro Hamas, senza fornire specifiche sulla porzione di territorio coinvolta. “Gran parte della popolazione palestinese verrà spostata, per la sua stessa protezione,” ha affermato Netanyahu.
Questa notizia è stata confermata anche dall’esercito israeliano, che sta organizzando lo sgombero della parte settentrionale della Striscia di Gaza. Secondo report di media come The Jerusalem Post, i civili saranno trasferiti a sud per avviare un nuovo programma di aiuti umanitari.
La Risposta di Hamas: “Dialogo Inutile”
In risposta al piano israeliano, Hamas ha espresso la sua contrarietà, affermando che “non ha senso impegnarsi nel dialogo fintanto che la guerra della fame e dello sterminio continuerà nella Striscia di Gaza.” Basem Nai, un alto dirigente del movimento, ha puntato il dito contro l’adozione di un meccanismo che impedisce alle agenzie umanitarie di fornire aiuti vitali.
A seguito di questa dichiarazione, l’esecutivo israeliano aveva già anticipato che le forze militari rimarranno in Gaza “a tempo indeterminato,” come accade in Libano e Siria. I colloqui con Hamas per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi israeliani sono ancora in corso, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.
Attacchi Senza Sosta su Gaza
“La comunità internazionale deve fare pressioni sul governo di Israele affinché ponga fine ai crimini di affamamento e alle uccisioni,” ha esortato un funzionario di Hamas. Dalla ripresa delle ostilità, il blocco totale di beni e servizi a Gaza dura da 65 giorni. Le frontiere risultano sigillate dalle forze israeliane, e le modalità di consegna degli aiuti sono state stravolte, con una preferenza per soggetti privati rispetto alle agenzie umanitarie riconosciute. Questo meccanismo ha incontrato l’opposizione delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea.
I bombardamenti non si sono mai fermati. Secondo fonti locali, almeno dieci persone, inclusi bambini, sono stati uccisi nell’ultima serie di attacchi in corso. Il bilancio totale delle vittime dall’inizio della guerra ha superato 52.500, con 2.396 morti dal 18 marzo, giorno in cui è stata rotta la tregua.
La Situazione nella Cisgiordania Occupata
I raid israeliani non si limitano a Gaza. Anche la Cisgiordania ha visto un aumento delle operazioni militari. Nella giornata di oggi, un operatore è stato arrestato e tre altre persone sono state malmenate dai soldati in un villaggio vicino a Ramallah. Secondo B’tselem, “l’esercito israeliano ha ucciso più palestinesi dal 7 ottobre 2023 che durante gli eventi violenti della seconda intifada.”
Attacchi in Yemen
In un contesto di conflitto regionale, l’esercito israeliano ha confermato attacchi lungo la costa yemenita, specificatamente contro gli Houthi. “Siti infrastrutturali utilizzati per il trasferimento di armi iraniane sono stati colpiti,” ha dichiarato l’IDF, sottolineando che le operazioni sono state condotte con precisione per minimizzare danni collaterali.
La situazione in Medio Oriente continua a essere delicata e instabile, con il conflitto tra Israele e Hamas che sembra essere entrato in una nuova ed esplosiva fase. La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione lo sviluppo degli eventi.