
Trump apre le porte agli afrikaner, ignora migliaia di rifugiati in attesa
ROMA – In un clamoroso cambiamento di rotta nella politica migratoria degli Stati Uniti, l’amministrazione Trump ha deciso di accogliere i discendenti bianchi dell’apartheid in Sudafrica, noti come afrikaner. Questo sviluppo arriva in un momento in cui migliaia di rifugiati da conflitti in Congo e persecuzioni in Myanmar rimangono bloccati in un limbo burocratico tra campi profughi e ordini esecutivi.
A Dulles, in Virginia, i funzionari del Dipartimento della Salute sono pronti ad accogliere gli afrikaner “con tutti gli onori”, lasciando invece gli altri migranti in attesa. Chi fugge da guerre e genocidi deve rimanere in coda, sempre che ci sia una destinazione finale.
Secondo il New York Times, la decisione di dare priorità agli afrikaner è un ordine diretto del Presidente. Pur avendo firmato un blocco totale delle ammissioni, Trump ha aperto un eccezione per i bianchi sudafricani, considerando che, secondo certe narrazioni suprematiste, essi vivono in condizioni di persecuzione nel loro paese. Questa scelta è paradossalmente seguita da un taglio degli aiuti al governo sudafricano, accusato di volere espropriare terre da bianchi proprietari.
Il processo di selezione per l’arrivo degli afrikaner prevede una tempistica sorprendentemente rapida: solo tre mesi per passare dalla richiesta allo sbarco. Al contrario, migliaia di domande giĂ approvate nel Dipartimento della Sicurezza Nazionale (DHS) giacciono nei cassetti in attesa di rispettare gli ordini dei giudici, creando una situazione di grande frustrazione.
L’agenzia ebraica di reinsediamento, HIAS, ha accolto con imbarazzo la decisione. “Siamo turbati per la porta sbattuta in faccia a migliaia di rifugiati già approvati,” ha dichiarato il presidente dell’agenzia, Hetfield. Anche l’organizzazione Global Refuge ha espresso preoccupazione, sottolineando come "migliaia di rifugiati bloccati abbiano già ricevuto l’approvazione per viaggiare, inclusi alleati afghani e minoranze religiose”.
Con queste scelte politiche, l’amministrazione Trump solleva interrogativi su quale sia il vero significato della protezione e dell’accoglienza per i rifugiati. Speriamo che questo sviluppo rappresenti una piĂą ampia disponibilitĂ a mantenere la promessa di protezione per tutti i rifugiati, indipendentemente dal loro paese di origine.