
Gli USA Annunciano un Piano per Gli Aiuti a Gaza: Onu e Agenzie Umanitarie Sotto Shock
ROMA – Gli Stati Uniti hanno svelato un ambizioso piano di distribuzione degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza attraverso la nuova Gaza Humanitarian Foundation (GHF). In seguito a un blocco di oltre due mesi imposto dalle forze di difesa israeliane, l’Amministrazione Biden ha annunciato l’iniziativa, sottolineando che la fondazione agirà come un “organismo non governativo e solidale” con sede a Ginevra. Israele, tuttavia, non parteciperà alla distribuzione degli aiuti, limitandosi a garantire la sicurezza delle operazioni.
Preoccupazioni dalle Nazioni Unite e dalle Agenzie Umanitarie
La reazione del settore umanitario è stata immediata e preoccupante. Diverse testate internazionali, tra cui il Guardian e la BBC, hanno riportato le crescenti inquietudini riguardo a questa nuova iniziativa. Le organizzazioni umanitarie temono che il piano possa violare principi etici fondamentali e il diritto internazionale. Secondo fonti del settore, ci sarebbero anche timori di una potenziale complicità in crimini di guerra, strumentalizzati dalla modalità di distribuzione.
"Questo piano rischia di favorire crimini di guerra come sfollamenti forzati e carestia", segnalano fonti anonime, avvertendo che l’iniziativa potrebbe in realtĂ rafforzare l’occupazione militare di Gaza, mascherandosi da aiuti umanitari. Voci riportate dall’agenzia AFP suggeriscono che la GHF possa avere l’intenzione di soppiantare le Nazioni Unite e le agenzie umanitarie giĂ presenti.
Dettagli del Piano: Quattro Hub di Distribuzione
Un documento di 14 pagine della GHF, esaminato da BBC, delinea un piano per allestire quattro punti di distribuzione iniziali, pensati per rifornire cibo, acqua e kit igienici a 1,2 milioni di persone, che rappresentano meno del 60% della popolazione di Gaza. La consegna dei beni essenziali sarà gestita da aziende private, aumentando ulteriormente le preoccupazioni riguardo all’efficacia e alla trasparenza dell’iniziativa.
La Posizione delle Nazioni Unite
Le agenzie delle Nazioni Unite hanno ribadito che non parteciperanno all’iniziativa, definendola in linea con una “militarizzazione” degli aiuti umanitari. "Non c’è motivo di implementare un sistema che contrasti con il DNA di qualsiasi organizzazione umanitaria," ha dichiarato Jens Laerke, portavoce dell’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) in una recente intervista. L’ONU e le altre agenzie umanitarie hanno respinto anche un’accusa indiretta di non essere in grado di supervisionare gli aiuti già inviati a Gaza, con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che assicura che nessuna delle sue forniture mediche è stata saccheggiata durante il conflitto.
Conclusioni
In un contesto di crescente complessità e tensione, il piano degli Stati Uniti per la distribuzione degli aiuti a Gaza solleva interrogativi fondamentali su etica, trasparenza e sicurezza. Gli eventi futuri determineranno se questa iniziativa potrà realmente alleviare la crisi umanitaria nella Striscia o se, al contrario, verrà considerata un’ulteriore complicazione del già fragile equilibrio regionale.