Ucciso il temuto al-Kikli in Libia | Cosa significa per la stabilitĂ  di Tripoli?

Ucciso in Libia al-Kikli, il capo della milizia Ssa: Scontri a Tripoli

ROMA – La notte di ieri è stata segnata da violenti scontri a Tripoli, dove Abdel Ghani al-Kikli, noto capo della milizia Ssa (Stability Support Authority), è stato ucciso. La notizia, riportata da vari media locali, svela un clima di crescente instabilità nella capitale libica. Al-Kikli sarebbe stato colpito nel quartier generale della 444a Brigata di combattimento, in circostanze che sollevano interrogativi su un possibile tradimento o imboscata.

Le fonti indicano che l’Ordine di attacco potrebbe essere stato emesso dal comandante Mahmoud Hamza. Questo evento ha innescato un’autentica escalation di violenze, con numerosi colpi d’arma da fuoco che si sono propagati per le strade di Tripoli.

Un’operazione per il ripristino della sicurezza

Secondo quanto riportato da The Libya Observer, il Ministero della Difesa ha dichiarato la conclusione della recente operazione militare in cittĂ , con il Primo Ministro Abdul Hamid Dbeibah che ha lodato gli sforzi dei Ministeri dell’Interno e della Difesa. Secondo Dbeibah, l’operazione era mirata a eliminare i gruppi armati irregolari al fine di ripristinare l’ordine statale. Tuttavia, la vera stabilitĂ  sembra ancora lontana.

Nel frattempo, il Ministero dell’Interno ha esortato i cittadini delle zone occidentali di Tripoli a rimanere nelle proprie abitazioni, mentre le Nazioni Unite hanno sollecitato un’immediata de-escalation della violenza. L’UNSMIL, missione dell’ONU in Libia, ha espresso preoccupazione per la situazione di sicurezza, sottolineando la necessitĂ  di proteggere i civili.

Il profilo di al-Kikli e le accuse di abusi

Abdel Ghani al-Kikli, conosciuto anche come Gheniwa, era un figure controversa e temuta nell’ovest della Libia. Accusato di gravi violazioni dei diritti umani, come torture e sparizioni forzate, il suo operato era sotto l’osservazione di vari gruppi internazionali, tra cui Amnesty International. La milizia che guidava, la Ssa, è stata ritenuta responsabile di numerosi crimini di diritto internazionale, incluse uccisioni illegali e detenzioni arbitrarie.

Amnesty International ha addirittura richiesto la sua destituzione e quella del suo ex vice, Lotfi al-Harari, per evitare ulteriori violazioni. L’organizzazione ha anche rinnovato la richiesta all’Unione Europea di sospendere ogni cooperazione con il governo libico riguardo l’immigrazione e il controllo delle frontiere, sollecitando indagini sui crimini commessi.

Riflessioni finali

Questi eventi tragici dimostrano la fragilità della situazione in Libia, dove le lotte di potere tra milizie e l’incapacità di instaurare un governo stabile continuano a compromettere la sicurezza dei cittadini. La morte di Abdel Ghani al-Kikli lascia un vuoto nei ranghi della sua milizia, ma allo stesso tempo solleva interrogativi su chi beneficerà di questo cambiamento e quali nuove tensioni potrebbero emergere in un contesto già di per se instabile.