
Sit-in contro il Salone del Libro di Torino: Attivisti denunciano il "sionismo" dell’evento
TORINO – Nella giornata di ieri, un gruppo di attivisti ha organizzato un sit-in di protesta davanti all’ingresso del Salone del Libro di Torino. L’iniziativa ha voluto celebrare la resistenza palestinese a Gaza, contestando il festival letterario che, secondo gli organizzatori, sarebbe indifferente alla causa palestinese.
Molti degli attivisti presenti hanno esposto striscioni con slogan significativi come "La Nakba non è finita," "Israele terrorista," e "Fuori i sionisti dal Salone del libro." Questi messaggi riflettono la profonda insoddisfazione degli attivisti riguardo alla rappresentazione di Israele e del conflitto israelo-palestinese nel contesto culturale dell’evento.
Un’interventrice, rappresentante dei "Comitati per Gaza," ha preso la parola spiegando: “Questo è un evento sionista che legittima una narrazione che cancella e normalizza il genocidio del popolo palestinese.” Le sue affermazioni sottolineano una visione critica verso l’immagine di Israele come vittima, ritenuta dagli attivisti insufficiente e fuorviante, soprattutto alla luce della situazione attuale a Gaza, dove il conflitto persiste da oltre 19 mesi.
In particolare, l’attivista ha puntato il dito contro un dibattito programmato all’interno del Salone, intitolato “La cultura dell’odio,” in cui si attende la partecipazione di Nathan Greppi, autore del libro omonimo. Gli attivisti hanno descritto questo panel come un tentativo di diffondere una narrazione che equilibra l’antisionismo con l’antisemitismo, giustificando le azioni del governo israeliano in un contesto di violenza.
“Dopo 19 mesi di crimini da parte dell’IDF, non possiamo più tollerare tale rappresentazione,” ha aggiunto l’attivista, denunciando che le parole pronunciate all’interno dell’evento servono a perpetuare una visione unilaterale e oppressiva nel dibattito pubblico.
La protesta ha attirato l’attenzione di passanti e media, mettendo in evidenza le tensioni che circondano la questione palestinese e il modo in cui essa viene trattata nei contesti culturali e letterari. In un’epoca in cui le voci di resistenza e le narrazioni alternative stanno emergendo, il caso del Salone del Libro di Torino offre uno spunto di riflessione su come la cultura possa influenzare, e talvolta distorcere, la comprensione dei conflitti globali.
La manifestazione si inserisce in un clima di crescente attivismo riguardo alle questioni palestinesi, che non accenna a diminuire, mentre le speranze per una soluzione pacifica continuano a restare incerte.