
Zerocalcare: “Non mi diverto più a disegnare, ma se smetto mi manca moltissimo”
TORINO – Durante il Salone del Libro, Zerocalcare ha rivelato un lato inaspettato della sua vita di fumettista. “La risposta breve è no. Effettivamente non lo faccio quasi mai per me, perché sto sempre in ritardo.” In un momento di franchezza, il noto fumettista ha condiviso il suo attuale rapporto con il disegno, sottolineando come, nonostante le pressioni lavorative, la mancanza di creatività lo faccia sentire incompleto. “Se rimango tre giorni senza disegnare poi mi manca moltissimo,” ha ammesso, rivelando una lotta interna tra la produttività e il piacere personale.
All’interno del suo racconto, ha chiarito come il suo tempo si concentri principalmente sui manifesti per fiere ed eventi. “Finisco per perderci mezza giornata, però, almeno lo portano in giro,” ha commentato, suggerendo una certa rassegnazione, ma anche un pizzico di ottimismo.
In occasione del panel intitolato ‘La verità, vi prego, sui fumetti’, Zerocalcare ha coinvolto il pubblico in un’esperienza unica, collaborando con altri cinque disegnatori su una stessa tavola. “Ognuno di noi ha creato una storia diversa,” ha descritto, evidenziando come l’unione di stili possa suscitare nuove narrazioni.
Quando gli è stato chiesto quali opere lo avessero maggiormente influenzato, ha sorpreso i presenti con una dichiarazione inaspettata: “A me hanno dato più i film rispetto al ritmo della narrazione.” Ha specificato che le sceneggiature di film comici e d’azione, “super intensi”, abbiano ispirato il suo lavoro di fumettista. Per lui, il ritmo deve essere serrato, “come una partita a ping pong.”
Zerocalcare ha anche esposto alcune delle sue insicurezze artistiche. “Invidio chi ha più conoscenze di me,” ha detto, rivelando che un tempo qualcuno gli chiese di disegnare un pianoforte da sotto ma lui non conosceva neppure la posizione dei pedali. “Mi sento il più rozzo. Però il fatto di fare un miliardo di disegnetti a tutti in un minuto e mezzo è una palestra incredibile,” ha aggiunto, mettendo in evidenza la sua capacità di adattarsi e sperimentare, malgrado le sue auto-percepite limitazioni.
In conclusione, Zerocalcare appare come un artista in continua evoluzione, combattuto tra il dovere e il piacere del disegno, un uomo che, pur non trovando più gioia nel suo lavoro, non può fare a meno di esso. “Con il giusto stimolo, riesco a disegnare praticamente tutto,” ha concluso, lasciando il pubblico con un messaggio di perseveranza e creatività.