Cessate il fuoco temporaneo? | Netanyahu svela condizioni mai viste prima per Gaza!

Gaza, Netanyahu annuncia disponibilitĂ  per un cessate il fuoco temporaneo

ROMA – Per la prima volta in sei mesi, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è presentato davanti ai giornalisti, rilasciando dichiarazioni importanti in merito alla situazione a Gaza. Durante una conferenza stampa, ha affermato di essere “pronto a un cessate il fuoco temporaneo”, un passaggio che mirerebbe a consentire la liberazione degli ostaggi, dichiarando che “20 sono certamente vivi” a Gaza. “Riporteremo tutti indietro”, ha garantito.

Controllo dell’IDF su Gaza

Le dichiarazioni di Netanyahu giungono a dieci giorni dall’avvio dell’operazione terrestre “Carri di Gedeone”, che ha come obiettivo principale l’eliminazione totale di Hamas. Il premier ha sottolineato che questa "volontĂ  di azzerare" l’organizzazione terroristica rappresenta un piano "senza precedenti", finalizzato ad assicurare che Hamas non continui a costituire una minaccia per Israele. In tal senso, ha annunciato che “tutti i territori di Gaza saranno sotto il controllo di sicurezza dell’IDF” al termine dell’operazione.

NecessitĂ  di prevenire una crisi umanitaria

Netanyahu ha anche rimarcato l’importanza di “impedire una crisi umanitaria”, per garantire il continuo supporto degli alleati. Ha avvertito che la popolazione di Gaza è ormai allo stremo e che una carestia è imminente. “Non possiamo accettare una crisi umanitaria a Gaza”, ha affermato, adducendo che Hamas sfrutta e saccheggia gli aiuti destinati alla popolazione, finanziando il proprio esercito attraverso pratiche scorrette.

In collaborazione con gli Stati Uniti, il governo israeliano ha sviluppato un piano per garantire l’ingresso di aiuti nell’area. Nei prossimi giorni, verranno creati punti di distribuzione e una “zona sterile” per consentire ai civili di rifugiarsi al sicuro.

Condizioni per la conclusione del conflitto

Per quanto riguarda la fine definitiva del conflitto, Netanyahu ha chiarito che ci sono condizioni imprescindibili: “Tutti gli ostaggi devono tornare a casa, Hamas deve deporre le armi, la sua leadership deve dimettersi e venire esiliata dalla Striscia”, ha dichiarato. Ha anche menzionato l’attuazione del “piano Trump”, considerato da lui “corretto e rivoluzionario”.

Aggiungendo mensione alla pressione internazionale, Netanyahu ha evidenziato come Tel Aviv stia affrontando sfide simili in Libano e Iran. Quest’ultimo è stato identificato come una “seria minaccia”, ed è in coordinamento con gli Stati Uniti per evitare l’uso di un’arma nucleare da parte di Teheran. “Israele si riserva il diritto di difendersi da un regime che minaccia di distruggerci”, ha concluso.

Con queste dichiarazioni, Netanyahu sembra voler allineare le sue politiche di difesa a un contesto internazionale sempre piĂą complesso, cercando di bilanciare obiettivi militari e umanitari nella fragile situazione attuale a Gaza.