
Strage di Capaci: Polemiche a Palermo per il ‘silenzio’ anticipato
PALERMO – La commemorazione della strage di Capaci, che ha avuto luogo il 23 maggio, è stata segnata da notevoli contestazioni a Palermo a causa dell’anticipo del minuto di silenzio. I partecipanti al corteo “Non chiedeteci silenzio”, affollato di cittadini e attivisti, hanno espresso il loro dissenso di fronte all’Albero Falcone, a pochi metri da dove si stava svolgendo l’evento commemorativo.
“Non volevano il confronto”, ha affermato Jamil El Sadi, esponente del movimento Our Voice, mentre i manifestanti intonavano slogan come “L’albero Falcone è di tutti” e “giù le mani da Falcone”. Questo momento di protesta ha messo in luce le tensioni che circondano le commemorazioni ufficiali, esprimendo un desiderio di maggiore inclusione e dialogo.
La cerimonia, un rituale annuale, ha visto la solenne lettura dei nomi delle cinque vittime della strage: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro. Questo momento culminante è tradizionalmente accompagnato da un lungo applauso e dal “silenzio” rispettoso che, però, quest’anno è stato interrotto dall’anticipazione rispetto alle 17:58, orario esatto della strage del 1992.
Nel contesto di una celebrazione che richiamava tanti giovani e meno giovani, gli organizzatori avevano previsto un momento particolarmente toccante, ma le polemiche hanno inevitabilmente oscurato la commemorazione. “Traditori”, hanno urlato i manifestanti, esprimendo così un forte sentimento di delusione nei confronti delle scelte organizzative.
Sul palco, a rendere omaggio ai caduti, erano presenti figure di spicco come l’ex presidente del Senato Piero Grasso e Maria Falcone, sorella del magistrato, che ha sottolineato l’importanza della memoria e della lotta contro la mafia. “La memoria non deve mai diventare silenzio!”, avrebbero potuto sostenere coloro che hanno partecipato al corteo, richiamando l’attenzione su quanto sia cruciale mantenere viva la discussione sulla giustizia e sulla verità.
Questi eventi non solo rappresentano un momento di riflessione sul passato, ma svelano anche le ferite ancora aperte nella società italiana. La lotta contro la mafia continua a essere un tema centrale, e le commemorazioni devono servire come catalizzatore per un dialogo più genuino e profondo su questi aspetti cruciali della nostra storia.
La commemorazione è, quindi, un atto di resistenza, ma anche un invito a rimanere vigili e critici nei confronti di come vengono gestiti momenti di grande dolore e significato.