
Paesi Bassi: Geert Wilders fa crollare il governo dopo undici mesi
ROMA – L’esperimento di governo più a destra nella storia recente dei Paesi Bassi è già giunto al termine. Il leader del Partito della Libertà (PVV), Geert Wilders, ha annunciato ufficialmente il ritiro del suo partito dalla fragile coalizione quadripartita. Dopo solo undici mesi, i dissidi interni hanno portato all’imminente caduta di un esecutivo che si era già dimostrato vulnerabile.
Il motivo della rottura? L’immigrazione, ancora una volta. Wilders ha spinto per una linea dura, che i suoi alleati di destra, i liberal-conservatori del VVD, il Movimento Contadino-Cittadino (BBB) e il centrista Nuovo Contratto Sociale (NSC), hanno giudicato inaccettabile. Martedì mattina, il premier Dick Schoof ha ricevuto la comunicazione che segnava l’uscita dei ministri del PVV dal governo, portando l’esecutivo a perdere la maggioranza in Parlamento.
La situazione si fa critica, specialmente alla vigilia del vertice NATO previsto all’Aia, in un contesto europeo già teso dalle attuali pressioni geopolitiche e sociali. Wilders, che ha trionfato alle elezioni del 2023 con un programma noto per la sua retorica anti-Islam e anti-migranti, ha presentato un pacchetto di misure radicali per limitare le richieste d’asilo. Tra le proposte figurano la chiusura dei centri di accoglienza, l’espulsione dei rifugiati siriani, l’utilizzo dell’esercito ai confini, la cancellazione del ricongiungimento familiare e la sospensione delle quote europee per i migranti.
Tuttavia, molte di queste misure sono state considerate contrarie al diritto europeo e alle convenzioni internazionali. La resistenza dei partner di coalizione ha spinto Wilders a rompere i rapporti, dichiarando il suo disappunto in modo plateale. I commenti raccolti dagli ex-alleati parlano di azioni “irresponsabili”, “scioccanti” e “incomprensibili”.
Con la coalizione in crisi, il premier Schoof si prepara a formalizzare le dimissioni davanti al re nelle prossime ore. La caduta del governo segna un ulteriore passo nelle tumultuose acque politiche olandesi, dove le posizioni sull’immigrazione continuano a polarizzare il dibattito pubblico e a influenzare le dinamiche governative.
In un contesto di fragilità politica, l’Europa observa: il futuro dei Paesi Bassi, e il suo approccio all’immigrazione, rimangono incerti e potenzialmente ricchi di ripercussioni per gli equilibri interni e le relazioni internazionali.