
Referendum sulla Cittadinanza: Meloni Contraria al Dimezzamento dei Tempi
ROMA – In un’intervista rilasciata a Maurizio Belpietro durante "Il giorno de La Verità", la Premier Giorgia Meloni ha espresso la sua netta opposizione al referendum che propone di ridurre a cinque anni i tempi necessari per ottenere la cittadinanza italiana. “Sono contraria a dimezzare i tempi della cittadinanza, sono contrarissima e non contribuirò al referendum,” ha dichiarato Meloni da Palazzo Brancaccio, sottolineando la bontà delle attuali normative italiane.
La premier ha sottolineato che l’Italia è tra i paesi europei che concedono il maggior numero di cittadinanze. “Continuo a ritenere che la legge italiana sia un’ottima legge, tra l’altro molto aperta,” ha aggiunto, specificando che il suo governo è più attento ad accelerare l’iter burocratico per chi ha già diritto alla cittadinanza piuttosto che modificarne i tempi stessi.
L’Astensione come Diritto
Meloni ha anche affrontato il tema dell’astensione, evidenziando il diritto di scegliere di non votare. “Ho scelto di andare al seggio e non ritirerò la scheda perché penso sia giusto dare un segnale di rispetto verso il referendum,” ha spiegato, chiarendo che l’astensione è una forma legittima di dissenso. Ha fatto riferimento a un antico slogan dei Democratici di Sinistra, ribadendo che “non votare è un diritto” legittimo per chi non condivide i contenuti del referendum.
Riflessioni sulla Sinistra
Inoltre, Meloni ha criticato le correnti interne alla sinistra, definendo il referendum una questione che divide i partiti di opposizione. “Quella dei referendum è tutta una questione interna alla sinistra,” ha affermato, denunciando il costo previsto di 400 milioni di euro per i cittadini italiani. Secondo Meloni, la divisione all’interno della sinistra porta questi partiti a cercare nemici esterni piuttosto che affrontare le loro problematiche interne.
Con queste dichiarazioni, Meloni ha delineato non solo la sua posizione sui tempi della cittadinanza, ma anche un quadro critico sull’attuale contesto politico italiano, configurando il referendum come un ennesimo strumento di conflitto interno alla sinistra.