
Alta tensione in California: Trump attiva i marines tra le proteste sui migranti
ROMA – La situazione in California si è surriscaldata negli ultimi giorni, segnando un punto di rottura tra il governo federale e le autorità locali. Dopo quattro giorni di intensi scontri e manifestazioni contro gli arresti di migranti, il presidente Donald Trump ha deciso di inviare ulteriori forze militari nella regione, attivando 700 marines e dispiegando 2.000 soldati della Guardia nazionale nell’area di Los Angeles.
I provvedimenti sono stati ufficializzati dal Pentagono, con un comunicato che ha fatto subito il giro dei media. La decisione di far intervenire le forze armate in una questione di ordine pubblico è senza precedenti e ha sollevato un’ondata di indignazione tra i cittadini e i rappresentanti politici californiani.
Le manifestazioni di protesta sono scoppiate venerdì, mentre agenti dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) eseguivano retate in tutta Los Angeles. La reazione delle forze dell’ordine nei confronti dei manifestanti è stata severa, con l’uso di proiettili di gomma per disperdere la folla.
La risposta del governatore Gavin Newsom, esponente del Partito Democratico, è stata immediata. Newsom ha già citato in giudizio l’amministrazione Trump, denunciando il dispiegamento della Guardia nazionale senza l’autorizzazione statale, e prevede di contestare anche l’attivazione dei marines. In un post sui social media, ha esortato gli americani a "svegliarsi" e ha sottolineato l’importanza dei marines, definendoli come "difensori della democrazia, non pedine al servizio della politica".
La tensione non è circoscritta alla California. Cortei contro gli arresti e le deportazioni di migranti si sono svolti in diverse città degli Stati Uniti, tra cui Tampa, Boston e Houston, evidenziando un malcontento diffuso a livello nazionale.
La CNN ha riportato in apertura che "la Casa Bianca alimenta le tensioni con gli amministratori della California", un chiaro segno di quanto la situazione sia critica e del rischio di un’escalation di conflitti tra le varie istituzioni. La frattura tra governo statale e federale si fa sempre più profonda, mettendo in discussione le modalità di gestione delle crisi migratorie nel paese.
In questo scenario teso e incerto, si fa sempre più necessaria una riflessione profonda sulle priorità politiche e sull’uso della forza. Un conflitto di questa portata non riguarda solo l’attualità, ma il futuro stesso della democrazia americana e dei suoi valori fondanti.