Presunto killer arrestato su un’isola greca | Come un cellulare ha svelato il suo nascondiglio tra i turisti!

Fermato su un’isola greca il presunto killer di Villa Pamphili: incastrato dal cellulare

ROMA – A meno di una settimana dal ritrovamento dei corpi di madre e figlia nei giardini di Villa Pamphili, le forze dell’ordine italiane hanno arrestato oggi il presunto responsabile, un uomo che si nascondeva nell’isola greca di Skianthos, apparendo come un turista tra tanti.

L’arresto è avvenuto il 13 giugno, a poco più di 24 ore dall’identificazione dell’uomo, ancora senza nome ufficialmente divulgato. Si tratta di un cittadino americano, come le vittime, ed era ricercato in tutta Europa per duplice omicidio aggravato. Gli inquirenti hanno immediatamente attivato le ricerche dopo il drammatico scoperta dei corpi avvenuta l’8 giugno.

Un arrivo furtivo sull’isola

Secondo le prime ricostruzioni, il presunto killer avrebbe raggiunto Skianthos pochi giorni dopo gli omicidi. Sia la madre che la figlia erano state vittime di violenza: la neonata, di soli 6-8 mesi, era stata percossa e strangolata, lasciando il suo corpo senza cibo a pochi metri da quello della madre, rinvenuto ormai da giorni.

Tradito dall’elettronica

L’analisi delle comunicazioni telefoniche si è rivelata decisiva per la sua cattura. Il killer non si è liberato del suo cellulare, il che ha permesso agli inquirenti di localizzarlo e rintracciarlo. Le celle telefoniche hanno infatti circoscritto l’area in cui si trovava l’uomo, permettendo dunque il suo arresto.

A questo punto, spetta alle autorità scoprire ulteriori dettagli sul suo passato in Italia e sui legami che potesse avere con le Vittime. La comunità locale è scossa da questa tragica vicenda, che ha colpito l’immaginario collettivo e ha scatenato un forte dibattito sulla sicurezza in diverse città.

Prossimi passi nelle indagini

L’attenzione degli inquirenti si concentra ora su determinare le informazioni necessarie per ulteriori sviluppi del caso e su come l’uomo sia riuscito a sfuggire così a lungo dalla giustizia. Di certo, il suo arresto offre un barlume di speranza per la comunità e un passo verso la verità in questa drammatica vicenda.