
L’Iran non è una potenza nucleare: l’appello della Rete italiana pace disarmo
ROMA – In una recente intervista rilasciata all’agenzia Dire, Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne di Rete italiana pace disarmo (Ripd), ha contestato fermamente le affermazioni di Israele riguardo alle potenzialità nucleari dell’Iran. Secondo Vignarca, “L’Iran non può essere considerata una potenza nucleare perché non ha nessuna delle componenti determinanti per un arsenale nucleare”, mettendo in evidenza l’assenza di una minaccia a breve termine.
L’intervista giunge in un contesto di tensione internazionale, in cui Israele ha avviato operazioni militari preventive contro la Repubblica islamica. L’operazione ha già causato un bilancio tragico di quasi 80 morti e 330 feriti, sollevando interrogativi sull’effettiva minaccia percepita.
L’assenza di capacità nucleari
Vignarca sottolinea che “l’Iran non è nelle condizioni di usare in tempi brevi queste armi”. Egli spiega che la Repubblica islamica non possiede il materiale fissile necessario, le ogive adatte né i lanciatori che potrebbero portare una testata nucleare. Secondo l’esperto, “i programmi di strutturazione di un arsenale nucleare sono lunghi, complessi e costosi”, il che rende difficile il loro sviluppo, specialmente per un Paese sottoposto a sanzioni internazionali.
Un appello per i negoziati
Vignarca propone un’alternativa all’escalation militare: “se si vuole davvero evitare che l’Iran arrivi a sviluppare un arsenale nucleare, bisogna percorrere altre strade”. Per lui, il dialogo diplomatico è fondamentale e riporta l’attenzione sull’accordo sul nucleare iraniano, noto come Jcpoa, siglato nel 2015. “Prima del 2020, l’accordo stavano funzionando perfettamente, dando risultati dal punto di vista pratico e tecnico”, spiega Vignarca, riferendosi a come il trattato avesse garantito un controllo reciproco tra le parti.
Conseguenze delle sanzioni
L’analisi di Vignarca tocca anche l’impatto delle sanzioni internazionali sull’Iran. Le sanzioni imposte sono destinate a decadere se i termini dell’accordo saranno rispettati. Nella recente ministeriale tenutasi a Roma, Kaja Kallas, alta rappresentante dell’UE, ha dichiarato che i 27 Stati membri dovranno decidere sulla rimozione di queste sanzioni, anche in vista di nuovi negoziati in Oman.
Critiche a Israele e Stati Uniti
Il coordinatore di Ripd non risparmia critiche al governo israeliano e agli Stati Uniti. “Purtroppo l’accordo è stato fatto saltare dal presidente Donald Trump durante il suo primo mandato”, con conseguenze devastanti per la diplomazia internazionale. Vignarca ricorda come la retorica di Netanyahu, che insiste sulla minaccia iraniana, sia spesso sfruttata per motivi interni, specialmente in un momento di crisi politica nella regione.
In conclusione, l’analisi di Vignarca invita a visionare il conflitto in un contesto più ampio e ad adottare approcci pacifici e costruttivi. Concludendo la sua intervista, avverte che l’aggressione militare non farà altro che accelerare una spirale di violenza, mentre il dialogo rimane la chiave per la stabilità nella regione.