Israele punta a coinvolgere gli Usa nel conflitto | Cosa significa davvero per l’Iran e la stabilità della regione?

Israele mira a un coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto con l’Iran

L’analista di origine iraniana Shahram Akbarzadeh ha dichiarato che "l’obiettivo è il cambiamento di regime". Queste parole, pronunciate all’agenzia Dire, si riferiscono all’attuale offensiva militare di Israele contro la Repubblica islamica. Akbarzadeh, direttore del Forum per gli studi sul Medio Oriente all’Alfred Deakin Institute in Australia, ha sottolineato che le recenti dichiarazioni di Benjamin Netanyahu puntano a rafforzare questo obiettivo.

Il primo ministro israeliano ha recentemente lanciato un appello al "coraggioso popolo dell’Iran", porsi in ascolto della propria storia e unirsi contro il regime degli ayatollah. Questo messaggio, accompagnato dalla richiesta di libertà, giunge in un contesto teso, considerando che Netanyahu è attualmente ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra. "Il regime islamico, che vi ha oppresso per quasi 50 anni, minaccia di distruggere il nostro Paese", ha affermato il premier israeliano.

L’analisi di Akbarzadeh non si limita alla situazione interna iraniana, ma mette in evidenza una probabile strategia israeliana per coinvolgere gli Stati Uniti nel conflitto con Teheran. L’analista sospetta che Tel Aviv miri a condurre un’azione militare di ampie proporzioni, cercando di allargare il conflitto a tutta la regione. "Ci sono molte possibilità di un allargamento e di un coinvolgimento americano", sottolinea l’esperto, che è stato sentito anche da Al Jazeera nei giorni scorsi.

I legami tra Israele e Stati Uniti sono storicamente saldi, e Akbarzadeh avanza l’ipotesi che, una volta avviato il conflitto, gli Stati Uniti sarebbero obbligati a rispettare il loro impegno nella sicurezza di Israele.

Ulteriori dichiarazioni di Donald Trump sembrano confermare questa dinamica. Il presidente americano ha affermato che "l’Iran deve raggiungere un accordo, prima che non rimanga nulla", elogiando successivamente i bombardamenti effettuati da Tel Aviv.

Intanto, i negoziati tra Iran e Stati Uniti sul nucleare, previsti per domani a Muscat, in Oman, sollevano interrogativi. Non è chiaro se tali colloqui si svolgeranno realmente, nonostante il sultanato abbia espresso la sua intenzione di facilitare la trattativa.

La situazione rimane complessa e carica di tensione, con molteplici attori coinvolti, ciascuno con i propri obiettivi strategici.