
Germania, Francia e Regno Unito: Offerta di negoziati all’Iran
ROMA – Durante una missione in Medio Oriente, il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha annunciato che Germania, Francia e Regno Unito sono pronti a offrire negoziati immediati all’Iran riguardo al suo controverso programma nucleare. Rivolgendosi ai media, Wadephul ha affermato: “Credo che sia ancora possibile” e ha espresso la speranza che questa proposta venga accolta da Teheran.
Il ministro ha anche preso in considerazione le recenti tensioni con Israele, sottolineando come una pacificazione sia cruciale per garantire che l’Iran non rappresenti un pericolo per la regione, né per lo Stato di Israele né per l’Europa. Questo commento giunge in un contesto di crescente apprensione, poiché Israele ha avviato una campagna di bombardamenti contro l’Iran.
La situazione rimane critica, con l’Oman che, in qualità di mediatore, ha annunciato la cancellazione dei negoziati tra Stati Uniti e Iran, precedentemente previsti per oggi a Muscat.
Timore dell’arma nucleare iraniana
In concomitanza con questi sviluppi, il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha rilasciato un’intervista al "Corriere della Sera", in cui ha messo in luce i timori di Israele riguardo al programma nucleare iraniano. Crosetto ha dichiarato: “La corsa dell’Iran verso l’arricchimento dell’uranio e la costruzione della bomba atomica è inaccettabile per Israele”. Secondo il ministro, in caso di possesso di armi nucleari, l’Iran non esiterebbe a utilizzarle.
Quando gli è stato chiesto se esista il rischio di una guerra nucleare, Crosetto ha risposto: “Purtroppo non possiamo escludere nulla”. Ribadendo l’importanza della prudenza, ha esortato a cercare una nuova forma di convivenza tra Israele e Iran, per evitare un’escalation che potrebbe avere conseguenze globali significative.
Le ripercussioni di un conflitto
Crosetto ha avvertito che un possibile allargamento del conflitto potrebbe gravemente influenzare l’economia, l’approvvigionamento energetico e la sicurezza interna. Ha identificato lo Stretto di Hormuz come uno dei punti critici da monitorare nelle prossime settimane e mesi.
In Italia, il rischio principale, secondo il ministro, non risiede in attacchi diretti, bensì in atti dimostrativi da parte di gruppi radicalizzati. Tuttavia, ha assicurato che i servizi di intelligence stanno operando con la massima attenzione per garantire la sicurezza senza allarmismi.
In un contesto internazionale così teso, la comunità internazionale attende di verificare se l’offerta di negoziati verrà accettata dall’Iran, mentre i rischi e le incertezze continuano a crescere nel panorama geopolitico.