Manifestazione “Save Gaza” | Un Parallelo Scioccante con la Storia di Monte Sole!

Corteo ‘Save Gaza’ sull’Appennino bolognese: un grido per l’umanità

BOLOGNA – Oggi, sull’Appennino bolognese, si è tenuto il corteo “Save Gaza”, che ha richiamato l’attenzione su una delle crisi umanitarie più gravi del nostro tempo. La manifestazione ha visto la partecipazione di almeno 10.000 persone, secondo le prime stime degli organizzatori. La scelta di Monte Sole come location non è casuale: questo luogo, teatro di stragi nazifasciste, ha un profondo significato simbolico.

L’evento è riuscito a mobilitare un gran numero di partecipanti, con una trentina di pullman arrivati a Marzabotto e i treni pienissimi di manifestanti, segno di un forte desiderio di partecipazione. La manifestazione è nata a metà aprile, durante le commemorazioni del 25 aprile a Monte Sole. È stata organizzata in collaborazione con il Comune di Marzabotto e diverse associazioni, incluse l’Anpi e l’Ucoii, dimostrando un ampio consenso sociale su questo tema delicato.

“Avevamo bisogno di una manifestazione di popolo, pubblica e larga,” ha dichiarato Alberto Zucchero, uno degli ideatori dell’iniziativa. Le sue parole rispecchiano la volontà di esprimere un grido di indignazione e solidarietà in un contesto di crescente conflitto. Zucchero ha sottolineato il legame tra le stragi del passato e la situazione attuale a Gaza, invitando tutti a riflettere sulle violazioni della dignità umana che si stanno verificando.

“Oggi non solo vogliamo lanciare un grido umanitario, ma anche esercitare una pressione politica sul Governo,” ha aggiunto. L’esigenza di fermare le azioni militari e la guerra globale è una tematica centrale nel discorso di Zucchero, che ha paragonato la situazione attuale a un “affondamento del Titanic”.

Durante la marcia, i partecipanti hanno pensato alle sofferenze dei palestinesi, costretti a spostarsi per cercare sicurezza. "Noi marchiamo con acqua fresca, mentre loro sono malnutriti e bombardati," ha affermato Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii. Lafram ha denunciato il senso di impotenza che attanaglia l’umanità, sottolineando la necessità di continuare a “denunciare con forza il genocidio in corso”.

Nonostante le emozioni forti, Lafram ha esortato a non cadere nell’odio, ma a diventare ambasciatori di pace. Le sue parole, ricche di un appello alla giustizia e al diritto internazionale, hanno risonato tra i manifestanti, molti dei quali indossavano magliette con il volto del premier israeliano.

La sindaca di Marzabotto, Valentina Cuppi, ha preso la parola per rispondere alle critiche riguardo l’associazione tra la storia nazista e il genocidio palestinese. Ha spiegato che il conflitto Israele-Iran ha contribuito a oscurare la situazione a Gaza, dove i diritti umani vengono sistematicamente calpestati. Cuppi ha chiesto che il governo italiano prenda posizione per un cessate il fuoco, l’ingresso degli aiuti umanitari e il riconoscimento dello Stato di Palestina.

“Non siamo contro un popolo, ma contro un governo criminale,” ha dichiarato Cuppi, rimarcando l’urgenza di azioni concrete. Gli organizzatori della manifestazione hanno chiesto ai leader europei di rompere i legami militari con Israele e di mobilitarsi per il bene dei civili innocenti.

In chiusura, i volontari di Emergency hanno fatto un appello disperato: Gaza è in una situazione di emergenza totale, con la sanità in grave crisi e il costo della vita insostenibile. “Serve il cessate il fuoco e l’ingresso degli aiuti,” hanno sollecitato, enfatizzando che la mobilitazione per la pace deve continuare.

Il corteo “Save Gaza” rappresenta quindi non solo una manifestazione di protesta, ma anche un forte richiamo all’azione umanitaria e politica per garantire diritti fondamentali a chi vive in condizioni disumane. L’appello finale ai partecipanti è chiaro: “Il tempo è ora, il momento di agire è adesso”.