
9.000 casi di leucemia mieloide cronica in Italia: il messaggio di Achille Polonara
ROMA – La recente diagnosi di leucemia mieloide cronica (LMC) del cestista Achille Polonara ha acceso i riflettori su una patologia ematologica rara che colpisce circa 9.000 persone in Italia, principalmente uomini sopra i 60 anni. L’atleta della Virtus Bologna e della Nazionale ha iniziato le sue cure all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, portando a una mobilitazione di sostegno non solo dai compagni di squadra, ma anche da tifosi e altre figure del mondo sportivo.
Una malattia crescente in attenzione
La leucemia mieloide cronica è responsabile del 15% delle leucemie totali e deriva da un’alterazione genetica chiamata cromosoma Philadelphia, causando una proliferazione anarchica delle cellule staminali ematopoietiche. Nonostante la diagnosi possa sembrare devastante, la LMC oggi è considerata una malattia cronica gestibile. Grazie ai progressi nella ricerca, i pazienti possono avere un’aspettativa di vita comparabile a quella della popolazione generale, anche se permangono criticità legate agli effetti collaterali delle terapie.
Trattamenti e sfide
I trattamenti principali per la LMC sono i farmaci inibitori della tirosin-chinasi (TKI), che si assumono per via orale. Tuttavia, circa il 30% dei pazienti non mostra una risposta adeguata o sospende il trattamento a causa degli effetti collaterali. Fabrizio Pane, ematologo della Federico II di Napoli, sottolinea che la LMC è stata la prima neoplasia associata a una specifica anomalia cromosomica. Questo ha permesso lo sviluppo di terapie mirate, più tollerabili rispetto alla chemioterapia, sebbene non prive di controindicazioni.
Nuovi farmaci come asciminib stanno offrendo nuove speranze, migliorando la risposta molecolare e presentando un profilo di tollerabilità migliore. Asciminib è già disponibile in Italia per pazienti che non rispondono o sono intolleranti ai precedenti TKI.
Qualità della vita dei pazienti
Nonostante i progressi nel trattamento, la qualità della vita dei pazienti rappresenta una preoccupazione significativa. Secondo indagini condotte da AIL e Novartis Italia, un paziente su tre sente di avere una qualità di vita compromessa a causa di sintomi persistenti come stanchezza, crampi, e nausea. Il 40% dei pazienti riporta effetti collaterali continui e il 30% vive un impatto psicologico notevole.
Il Dr. Fabio Efficace sottolinea l’importanza di monitorare gli effetti collaterali per garantire sia l’aderenza ai trattamenti che il loro successo terapeutico.
Il futuro della LMC
Elisabetta Abruzzese, ematologa dell’Ospedale Sant’Eugenio di Roma, afferma che la LMC “oggi si affronta come una condizione cronica.” Tuttavia, è essenziale creare un rapporto più stretto tra medico e paziente, dato che solo il 26% dei malati riporta che le decisioni terapeutiche vengono prese in collaborazione con l’ematologo.
Concludendo, Paola Coco, Chief Scientific Officer di Novartis Italia, ha messo in evidenza che ci sono ancora ampissimi margini di miglioramento per garantire una medicina che ascolti maggiormente la voce del paziente. La situazione di Achille Polonara ricorda non solo l’importanza della diagnosi e del trattamento, ma anche il potere del supporto e della comunità nel percorso di cura.