Esami di Stato: ecco il metodo per superare l’examophobia | Scopri perché il tuo studio potrebbe essere sbagliato!

Maturità: un viaggio nella gestione della examophobia

ROMA – Come ogni anno, il mese di giugno ripropone il momento cruciale per migliaia di studenti italiani: l’Esame di Stato. Per molti ragazzi, questo rappresenta il primo vero spartiacque tra l’età adolescenziale e l’ingresso nella vita adulta. Tuttavia, nonostante l’evoluzione delle prove e il dibattito sull’utilità della Maturità, una sensazione resta immutata: la paura e l’ansia che accompagnano la preparazione.

Per comprendere le dinamiche di queste emozioni, abbiamo intervistato Massimo De Donno, esperto di apprendimento strategico, il quale offre uno spunto importante sulle strategie di studio e la gestione dell’ansia. Secondo De Donno, il problema non è tanto quanto si studia, ma come lo si fa.

L’errore comune: il metodo di studio sbagliato

“L’errore più diffuso?”, chiede De Donno, “è continuare a usare un metodo che non funziona.” Spesso gli studenti cadono nella trappola della tecnica del “leggi e ripeti”, un approccio passivo che ignora le fasi cruciali della comprensione e dell’elaborazione. Le statistiche indicano che l’ansia da esame, nota anche come examophobia, è tra le principali cause di sottoperformance. De Donno sottolinea l’importanza di sviluppare un metodo di studio personalizzato, adattato alle peculiarità cognitive di ciascuno.

Da studio passivo a strategico

Il primo passo verso una preparazione efficace è sfuggire dalla “trappola del tempo”. “Non conta quante ore si dedicano ai libri, ma come si utilizzano,” avverte l’esperto. Studiare in modo strategico implica apprendere attraverso la connessione e la riflessione. De Donno suggerisce di adottare un approccio basato su micro-cicli da 25 minuti, intervallati da pause brevi, noto come Tecnica del Pomodoro. Ogni sessione di studio dovrebbe essere avviata con un obiettivo chiaro e conclusa con un ripasso.

La Maturità come rito di passaggio

Secondo De Donno, la Maturità va vista non solo come un passo accademico, ma come un momento di significato personale. “È l’occasione per decidere che tipo di persona vuoi diventare,” afferma. Lo studio, se affrontato con consapevolezza, può contribuire a questa formazione identitaria. Il "decalogo per lo studio da 10 e lode" di De Donno integra neuroscienze, psicologia cognitiva e coaching, proponendo anche l’uso dell’Intelligenza Artificiale come strumento di supporto.

Affrontare l’ansia e la mancanza di motivazione

La domanda cruciale è: come affrontare lo studio in caso di stanchezza o ansia? “Si parte da piccole attività di attivazione. Fissa un obiettivo chiaro e concentrati per un breve periodo, concediti una ricompensa,” spiega l’esperto. La motivazione, secondo De Donno, è un processo che si costruisce durante l’azione, non qualcosa di innato. Altre pratiche suggerite includono tecniche di mindfulness e una dieta equilibrata, essenziale per mantenere alta la concentrazione.

Conclusione: oltre l’esame

Se De Donno avesse l’opportunità di interrogarlo, i suoi interrogativi sarebbero profondi e significativi. “Chiederei: Mi spieghi questo concetto con una tua metafora? E come lo colleghi ad un’altra materia? La capacità di spiegare è sintomo di vera comprensione. Chi ha studiato bene non recita. Costruisce senso.”

In un contesto in cui l’ansia da esame è diventata un tema tanto ricorrente quanto invalidante, le parole di De Donno offrono una guida utile e pratiche di studio per trasformare la Maturità da incubo in un’opportunità di crescita personale.