
Trump e la possibilità di attacco all’Iran: segnali di escalation
ROMA – Nella Situation Room della Casa Bianca, il presidente Donald Trump ha convocato d’urgenza il suo staff per la Sicurezza nazionale, infiammando i timori di un possibile coinvolgimento militare diretto degli Stati Uniti in Medio Oriente. Fonti informate dal dossier, citate dall’agenzia Axios, rivelano che Trump starebbe “seriamente valutando di entrare in guerra” al fianco del suo alleato israeliano.
Il bersaglio principale di questa potenziale offensiva sarebbe l’impianto sotterraneo di arricchimento dell’uranio a Fordow, considerato cruciale per il presunto programma nucleare iraniano. Situato a circa novanta metri sotto una montagna, a un centinaio di chilometri da Teheran, Fordow è stato oggetto di un attacco aereo da parte di Israele che, secondo quanto riportato, non ha avuto successo. Le analisi suggeriscono che solo gli Stati Uniti dispongano della potenza di fuoco necessaria per colpire efficacemente tale struttura fortificata.
Rientro anticipato da eventi internazionali
Nonostante i recenti summit internazionali, il rientro anticipato di Trump dal vertice del G7 è stato segnalato come una mossa strategica per concentrarsi sull’Iran. Interrogato sull’Air Force One, Trump ha chiarito di non essere interessato a un “cessate il fuoco”, bensì a una “vera fine” della guerra e del programma nucleare iraniano.
In un contesto di crescente tensione, la Casa Bianca sta valutando anche l’idea di un incontro diretto con i rappresentanti iraniani, ma il presidente ha avvertito che ciò “dipenderà da cosa accadrà” nel prossimo futuro al suo ritorno a Washington.
Preparativi militari degli Stati Uniti
L’emittente CNN ha confermato le informazioni di Axios, aggiungendo che l’esercito degli Stati Uniti si sta preparando a un’eventualità in cui Trump potrebbe ordinare l’invio di rifornimenti aerei per i caccia israeliani durante i loro attacchi contro l’Iran. Si segnala che oltre 30 aerei cisterna per il rifornimento in volo sono stati dispiegati nella regione, un chiaro indizio di una preparazione logistica significativa.
In un momento in cui le tensioni geopolitiche sono ai massimi storici, la situazione rimane critica e in continuo sviluppo. Le decisioni che saranno prese nella prossima settimana potrebbero avere ripercussioni significative non solo per il Medio Oriente, ma per l’equilibrio globale stesso.