
Titolo: L’Alaska in Allerta: Un Caldo Senza Precedenti
ROMA – Per la prima volta nella storia, l’Alaska emette un’allerta meteo… per il caldo. Questo evento straordinario rappresenta non solo un cambiamento nelle condizioni atmosferiche, ma segna anche una svolta significativa nelle comunicazioni riguardanti il clima nella regione. Di fronte a un aumento costante di temperature elevate, il National Weather Service (NWS) ha ristrutturato le sue linee guida, passando dalla mera emissione di bollettini speciali a una nuova classificazione ufficiale.
Il primo avviso è stato diramato per Fairbanks, dove si prevedono temperature superiori ai 29°. Sebbene non sia la prima volta che la città raggiunge tali picchi (nel 2024 si è già verificato due volte), si tratta comunque di un evento raro per il mese di giugno.
La nuova classificazione non è solo una questione di numeri; si tratta di un’esigenza comunicativa. In una regione dove le massime di caldo sono l’eccezione piuttosto che la regola, è fondamentale rendere chiaro il rischio legato a temperature elevate. “È un messaggio importante, e dobbiamo trasmetterlo con il giusto linguaggio,” afferma Alekya Srinivasan, meteorologa del NWS a Fairbanks.
La modifica alle linee guida non è scaturita da nuovi record di temperature, ma rappresenta un’adeguamento ai protocolli informativi. Rich Thoman, climatologo presso l’Alaska Center for Climate Assessment and Policy, sottolinea che “non è il caldo record ad aver attivato l’avviso; semplicemente ora esiste un prodotto ufficiale da utilizzare.”
Importante è anche il contesto in cui queste temperature vengono registrate. Gran parte degli edifici in Alaska non è dotata di aria condizionata e, anzi, molti sono progettati per trattenere il calore. Questo rende difficoltosa la gestione di ondate di caldo improvvise, soprattutto in presenza di incendi, sempre più frequenti, che costringono a tenere le finestre chiuse.
Negli ultimi tre anni, Fairbanks ha registrato oltre cento ore annue di fumo, riducendo la visibilità, una condizione mai vista per tre estati consecutive. Questo è un chiaro segno del cambiamento climatico in atto, in netto contrasto con gli anni ’50-’70, quando estati senza fumo erano la norma.
Attualmente, gli uffici meteorologici di Fairbanks e Juneau sono autorizzati a emettere avvisi di caldo. La città di Anchorage, la più popolosa dello stato, non ha ancora ricevuto questa autorizzazione, ma il NWS ha confermato che si sta lavorando per introdurre anche lì questo tipo di allerta, non appena saranno soddisfatte le condizioni tecniche e climatiche necessarie.
La crescente incidenza di eventi meteorologici estremi come questo in Alaska ci ricorda l’urgenza di affrontare il cambiamento climatico e la necessità di prepararsi a nuovi scenari estivi, prima impensabili in una terra tradizionalmente fresca.