Tunisia: la tenda-clinica dei migranti in fiamme | Ecco perché è solo l’ultima di una serie di violenze inaspettate!

Tunisia: Sgomberi e Violenza sui Migranti, In Fiamme la Tenda-Clinica

ROMA – Negli ultimi tre mesi, l’area rurale di Sfax, in Tunisia, è diventata teatro di violenze e abusi ai danni di migranti subsahariani privi di fissa dimora. L’ultima tragedia si è consumata al chilometro 30, dove una clinica medica informale, costituita da una tenda con brandine e materiali sanitari, è stata data alle fiamme per la terza volta da aprile. Questa clinica, avviata grazie a donazioni di volontari italiani, ha rappresentato un faro di speranza per centinaia di migranti, fornendo assistenza medica in un contesto di crescente emergenza umanitaria.

I medici e gli infermieri volontari che operano presso la clinica sono anch’essi migranti che si sono dedicati a supportare uomini, donne e bambini bloccati in condizioni disperate. Uno di questi medici ha dichiarato: “Agenti della Guardia nazionale sono arrivati stamattina per sgomberarci. Ci hanno dato un po’ di tempo per raccogliere le nostre cose e poi hanno distrutto tutto.” Questo racconto evidenzia la precarietà della situazione, con la clinica diventata target ripetuto degli sgomberi governativi.

Il governo del presidente Kais Saied ha avviato, dall’aprile 2025, una serie di operazioni di sgombero nell’area agricola tra Chebba e Sfax, dove numerosi accampamenti informali erano sorti per accogliere circa 20.000 migranti. Con la crisi economica e l’impossibilità per gli stranieri di trovare lavoro o un alloggio, i migranti si sono concentrati in questa regione, cercando di sopravvivere in condizioni di crescente isolamento.

Le nuove leggi restrittive adottate dal governo tunisino hanno aggravato la situazione, rendendo impossibile per le organizzazioni di soccorso fornire assistenza. Le persone migranti sono ora lasciate a se stesse, senza accesso a cibo, acqua e assistenza medica. “Non sappiamo dove andare,” ha affermato il medico, esprimendo la disperazione che permea l’ambiente circostante. La clinica, un punto di riferimento per la comunità, era un luogo di arrivo per 10-20 persone al giorno, in cerca di cure e supporto.

In questo contesto drammatico, i migranti hanno iniziato a manifestare in strada, chiedendo diritti e dignità, mentre fanno appello anche all’Italia, firmataria di accordi con la Tunisia che trattano la gestione del fenomeno migratorio. Le politiche anti-migratorie, giustificate dal presidente Saied come parte di una narrativa di “sostituzione etnica,” hanno portato a un clima di crescente ostilità verso le popolazioni migranti.

Secondo il censimento del 2024, gli stranieri provenienti dall’Africa non araba non superano lo 0,2% dell’intera popolazione tunisina, contraddicendo le affermazioni del governo. Nel mentre, le denunce di violazioni dei diritti umani si moltiplicano. David Yambio, presidente di Refugees in Libya, ha commentato: “Contro i migranti c’è un enorme schema di violazioni dei diritti umani che dalla Libia è stato esportato in Tunisia.” Questi abusi, che vanno dalle detenzioni arbitrarie alla violenza, sono spesso facilitati dai fondi europei che sostengono le operazioni di guardia costiera.

La situazione in Tunisia continua a deteriorarsi, e la comunità internazionale è chiamata a rispondere con urgenza a una crisi umanitaria che merita attenzione e azione.