
Femminicidi in calo, ma il Ministro avverte: “Non illudiamoci”
ROMA – Durante una recente intervista al festival Taobuk di Taormina, il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha fatto il punto sulla situazione dei femminicidi in Italia, affermando che, sebbene i dati mostrino un calo, “si tratta di un fenomeno molto insidioso”. La sua analisi sottolinea la necessitĂ di non adagiarsi sugli allori, ma piuttosto di intensificare le misure di prevenzione.
Piantedosi ha evidenziato come sia fondamentale “puntare sulla prevenzione e sulla capacitĂ di intuire i segnali” che precedono atti violenti che possono culminare in omicidio. Nel suo intervento, ha anche menzionato l’aumento degli ammonimenti, sottolineando che “non dobbiamo sempre rimandare tutto alle forze di polizia”. Infatti, dietro a questi casi ci sono sempre “disagi culturali o personali” che richiedono un’attenta analisi.
In un passaggio significativo, Piantedosi ha espresso la sua “grande stima e simpatia personale per il procuratore Gratteri”, pur rispondendo a una sua osservazione sulla mancanza di attenzione ai reati dei "colletti bianchi". Ha chiarito che il decreto Sicurezza non esclude la possibilità di perseguire tali reati, portando ad esempio recenti arresti che hanno coinvolto sindaci. “Non mi sembra che si possa dire che in Italia ci sia l’impunità per i colletti bianchi”, ha aggiunto, specificando che il provvedimento in questione doveva trattare altre tematiche.
Infine, in merito a possibili candidature politiche nella sua regione, Piantedosi ha categoricamente affermato: “Assolutamente no”, dissipando così le speculazioni su un suo possibile coinvolgimento nella politica campana.
Questo intervento del Ministro dell’Interno si inserisce in un contesto di crescente attenzione sociale e governativa sulla violenza di genere, un tema caldo e sempre attuale nel dibattito pubblico. La lotta contro i femminicidi e la violenza domestica rimane una prioritĂ , e le parole di Piantedosi suggeriscono che, sebbene i numeri possano essere incoraggianti, c’è ancora molto da fare per affrontare le radici profonde di questi crimini.