Unifil in Libano | Perché gli italiani guadagnano la stima dei libanesi nonostante la guerra?

La Storia della Rinascita Libanese nel Cuore di Shama

SHAMA – Le macerie dei villaggi libanesi parlano di destructione e speranza. In un paesaggio che ricorda un deserto marziano, un odore acre di metallo e calcinacci permea l’aria, mentre gli agricoltori tentano di risollevarsi, curando le loro piantagioni di mango. A soli 1,5 km dalla Blu Line, villaggi come Yarine e Marwahine sembrano irrecuperabili, in attesa di risorse e sicurezza. "Manca tutto: dall’acqua alla luce," esclamano i residenti, consci della sfida che affrontano ogni giorno.

Il Generale di Brigata Nicola Mandolesi, comandante di Unifil Sector West, ha illustrato la drammatica situazione durante un incontro con i giornalisti a Shama. "Dobbiamo chiederci come convincere le persone a tornare e come garantire che Hezbollah non torni."

Il Legame Infrangibile con la Popolazione

Dal 1982, Unifil è presente in Libano con circa 5.000 soldati italiani. "Il legame con la popolazione resta forte," ha dichiarato Mandolesi, sottolineando come la missione non si sia affievolita nonostante il riaccendersi della guerra. Negli ultimi cinque mesi, il generale ha condotto 120 incontri con la comunità locale, riflettendo un impegno che va oltre la semplice presenza militare.

"Unifil è rimasta nelle basi avanzate con la Brigata Sassari, accrescendo la nostra stima," ha affermato Mandolesi. Questo legame storico con il Libano è ulteriormente rafforzato dalla presenza di un ospedale italiano attivo a Beirut.

Attività e Collaborazioni con le Forze Armate Libanesi

A partire dal 17 febbraio, Unifil ha intensificato le operazioni con le Forze Armate Libanesi (LAF), cambiando il panorama delle attività a favore della sicurezza e della cooperazione. "Siamo passati da 2.700 a quasi 5.000 attività operative," ha spiegato il generale. Le LAF ora collaborano attivamente nei controlli sui siti di Hezbollah e nella rimozione di blocchi stradali.

Unifil non si limita all’operatività militare, ma promuove anche progetti di cooperazione civile, fornendo assistenza agli agricoltori e attuando programmi per giovani e donne. "Abbiamo avviato corsi di comunicazione e gestione dello stress nelle università," ha aggiunto Mandolesi.

Una Situazione Tesa e Complessa

Nonostante gli sforzi di stabilizzazione, la situazione resta precaria. "Ogni giorno registriamo violazioni da parte degli israeliani," ha affermato il comandante, richiamando l’attenzione sulle cinque basi avanzate israeliane e le due zone cuscinetto oltre la Blu Line. Le attività di ricognizione con droni rappresentano un ulteriore punto di tensione nella già instabile situazione.

La missione di Unifil si trova in una fase di rinegoziazione, e Mandolesi si è mostrato fiducioso. "Posso affermare che la missione è efficace e che le LAF sono un partner strategico."

Con lo sfondo delle macerie, il lavoro di Unifil resta cruciale. La sfida è grande, ma la speranza di un futuro migliore è più forte.