Italia lancia la Carta dei suoli | È davvero la soluzione che ci mancava?

Verso la ‘Carta dei suoli d’Italia’: Un passo cruciale per l’agricoltura italiana

ROMA – “Il suolo è imprescindibile per chi fa agricoltura e lo è ancor di più per la nostra nazione, che ha reso il suo agroalimentare un’eccellenza globale." Queste sono le parole di Luca De Carlo, presidente della Commissione Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato, durante la conferenza stampa intitolata “Ritorno al suolo: dagli strumenti della Ricerca all’impegno delle Istituzioni”. Organizzata in collaborazione con il CREA, questa iniziativa segna un passo significativo verso la realizzazione della Carta dei suoli d’Italia, un progetto atteso da decenni.

De Carlo ha evidenziato l’importanza di una definizione normativa chiara per il suolo, sottolineando che attualmente, in Italia, “numerose autorità pubbliche” operano con competenze diverse sulla materia, rendendo necessaria una cooperazione fra tutti gli attori coinvolti. Questo è fondamentale per migliorare la produzione agricola e salvaguardare l’ambiente, un obiettivo sempre più urgente data la crescente degradazione dei suoli coltivabili italiani.

I dati sono allarmanti: "Oggi i 2/3 circa dei suoli coltivabili nel nostro Paese sono degradati," ha continuato De Carlo, avvertendo che, aggravati dalla perdita di sostanza organica, il rischio idraulico e gli effetti dei cambiamenti climatici mettono a repentaglio la produzione agricola. “Dobbiamo pianificare i sistemi agricoli in modo da assicurare produttività e reddito agli agricoltori.”

La Carta dei suoli d’Italia, prevista per la seconda metà del 2026, rappresenta una risposta concreta a queste sfide. Finanziata con fondi PNRR dal MASE e dal Masaf, sarà uno strumento fondamentale per gli agricoltori, fornendo informazioni utili per scegliere le colture più adatte e le pratiche agricole più efficaci. L’integrazione di tecnologie innovative e Intelligenza Artificiale potrebbe ridurre il gap attuale e migliorare la gestione del suolo.

Andrea Rocchi, presidente del CREA, ha descritto la Carta come un "obiettivo ambizioso" frutto della collaborazione tra enti pubblici e comunità scientifica. Ha aggiunto che questa iniziativa rappresenta un motore di innovazione per l’agricoltura sostenibile e resiliente, enfatizzando che “per produrre cibo sano e di qualità serve un suolo sano.”

Inoltre, Mauro Uniformi, presidente del CONAF, ha messo in luce la necessità di proteggere il suolo, considerato il bene più prezioso per gli agricoltori. "Se non curiamo il nostro suolo, anche le strategie di innovazione e digitalizzazione diventeranno inefficaci."

A fine settembre, il CREA organizzerà il primo festival della ricerca e dell’innovazione in agricoltura, con l’intento di promuovere una nuova narrativa sull’importanza di queste tematiche nel settore agroalimentare. La Carta dei suoli d’Italia è, quindi, non solo un’opportunità per riformare l’agricoltura italiana, ma anche un passo fondamentale verso un futuro più sostenibile.