
Ius soli: la Corte Suprema degli Stati Uniti limita i poteri dei giudici
Trump esulta: "Una vittoria gigantesca"
ROMA – Un’importante decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti ha segnato un punto di svolta riguardo il potere dei giudici federali di intervenire contro gli ordini esecutivi del Presidente Donald Trump. La Corte ha stabilito che i giudici non possono bloccare temporaneamente tali ordini, un cambiamento che potrebbe influenzare profondamente le politiche relative alla cittadinanza, in particolare sulla questione dello ius soli.
Sebbene la Corte non si sia espressa sulla costituzionalità dello stop alla cittadinanza per nascita, ha comunque deciso di congelare l’entrata in vigore dell’ordine esecutivo di Trump per un periodo di 30 giorni. Questo intervento ha suscitato un’eco immediata nei corridoi della politica nazionale, con Trump che ha commentato la sentenza come "una vittoria gigantesca" per la sua amministrazione.
La decisione, assunta con un voto di 6 contro 3, modifica sostanzialmente la capacità dei singoli giudici di sovvertire le scelte presidenziali. Negli ultimi anni, questo meccanismo era stato utilizzato frequentemente per mettere in discussione e bloccare le politiche del Presidente a livello nazionale. Ora, chi intende contestare gli ordini di Trump dovrà necessariamente rivolgersi a forme di azione legale collettiva, rendendo il processo più complesso e diretto.
La giudice Sonia Sotomayor ha fortemente criticato la decisione, definendola "una farsa per lo stato di diritto". Il suo commento evidenzia le preoccupazioni riguardo ai possibili abusi di potere che potrebbero derivare da questo nuovo assetto giuridico.
Con l’entrata in vigore di questa sentenza, i campi di battaglia legali relativi alla cittadinanza e ai diritti dei migranti potrebbero subirne un cambio radicale. Le implicazioni della decisione della Corte Suprema si faranno sentire in tutto il paese, e i cittadini e le organizzazioni dovranno adattarsi a un panorama legale in evoluzione.
La lotta per i diritti civili e i temi legati alla cittadinanza rimangono dunque al centro del dibattito pubblico negli Stati Uniti, mentre la politica italiana osserva con attenzione questi sviluppi.