Nato, Tajani svela una verità sconvolgente | Gli italiani possono stare tranquilli sulla spesa pubblica?

ROMA – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rassicurato i cittadini sul futuro della spesa pubblica in un’intervista rilasciata al quotidiano ‘La Nuova Sardegna’. In risposta alle preoccupazioni riguardo agli aumenti della spesa per la difesa, Tajani ha affermato che “il Governo non taglierà la spesa sanitaria, sociale e per le scuole”.

Durante l’intervista, Tajani ha spiegato che il recente vertice NATO de L’Aia ha segnato un’importante svolta nella politica di difesa collettiva dell’Alleanza. “È stato avviato un nuovo percorso nella NATO”, ha dichiarato il ministro, evidenziando come le nazioni europee abbiano finalmente riconosciuto di aver storicamente investito poco nella difesa. Tajani ha sottolineato che la difesa dell’Europa è stata troppo a lungo delegata alla forza militare e alla volontà politica degli Stati Uniti.

Le motivazioni che hanno portato a un cambiamento di rotta sono chiare: la grave minaccia rappresentata dalla Russia in Ucraina e la forte pressione esercitata dall’ex presidente americano Donald Trump, il quale aveva dichiarato che non avrebbe speso risorse americane per difendere l’Europa se questa non avesse aumentato i propri investimenti in materia di difesa.

Tajani ha precisato che gli adeguamenti necessari per raggiungere il 5% del PIL in materia di spesa per la difesa non saranno immediati, in quanto esistono clausole che consentiranno di tenere conto delle specificità di bilancio dei vari Stati. Tuttavia, il messaggio fondamentale rimane: “Il Governo non taglierà la spesa sanitaria, la spesa sociale, le spese per le scuole. Il resto è demagogia e propaganda”, ha concluso Tajani.

Con queste parole, il ministro ha inteso tranquillizzare il pubblico, enfatizzando l’impegno del Governo a proteggere i settori sociali fondamentali nonostante le pressioni internazionali per aumentare le spese militari. La polemica sulla spesa per la difesa continua a essere un tema cruciale, ma la priorità rimane la sostenibilità dei servizi pubblici essenziali.