55 crediti mancanti | La laurea in Scienze dell’Educazione diventa un’incertezza per centinaia di ex studenti!

Beffa per gli ex laureati in Scienze dell’Educazione all’Unimore: “Mancano 55 crediti, laurea inutilizzabile”

REGGIO EMILIA – Una situazione paradossale ha travolto i laureati in Scienze dell’Educazione all’Università di Modena e Reggio Emilia. Gli ex studenti, che hanno conseguito la laurea (L-19) negli anni accademici 2017-2018 e 2018-2019, si sono visti comunicare tramite email dall’Ateneo che il loro titolo, ora, non è più sufficiente per essere assunti come educatori nei servizi della prima infanzia, sia nel pubblico che nel privato. Per poter lavorare, infatti, sono richiesti 55 crediti formativi aggiuntivi, non previsti al momento della loro laurea.

A sollevare il caso sono state le sigle sindacali Cgil di Reggio e Modena, che hanno evidenziato come “nessun altro Ateneo abbia inviato comunicazioni simili ai propri ex studenti”. Questo allerta non solo sulla situazione individuale dei laureati ma anche sulla tenuta dei servizi educativi nelle province di Modena e Reggio.

I sindacati chiedono chiarezza all’Università

Per affrontare la questione, i sindacati hanno chiesto un incontro con il Rettore e la direttrice del dipartimento di Educazione e Scienze Umane. “Non possiamo permettere che questa situazione ricada esclusivamente sugli ex studenti, che non hanno responsabilità alcuna in merito”, affermano le sigle sindacali. È richiesto anche un intervento attivo da parte dei datori di lavoro per aiutare a risolvere la vicenda.

Il movimento “Potere al Popolo” si schiera con gli educatori

Anche il movimento “Potere al Popolo” di Reggio Emilia ha preso posizione, denunciando come il decreto del 2017 abbia reso più stringenti i requisiti per accedere alla professione di educatore. Molti laureati si trovano così con un titolo di studio non più abilitante, portandoli a chiedersi quale possa essere il futuro lavorativo. L’Università ha proposto una soluzione inadeguata, offendo la possibilità di immatricolarsi in sovrannumero per gli anni accademici 2025-2026 e 2026-2027, dietro al pagamento di 550 euro. “È inaccettabile che chi ha già subito un danno debba ora anche pagare per un errore altrui”, commenta Davide Giannini, esponente del movimento.

L’assessore al Welfare interviene: "Serve una sanatoria"

Isabella Conti, assessore regionale al Welfare, ha espresso “forte preoccupazione” riguardo alla situazione. “Queste persone qualificate rischiano di perdere anni di studio e impegno a causa di un vuoto normativo”, sottolinea l’assessora. La Regione si è già attivata con i ministeri coinvolti per sollecitare “una risposta urgente”, come ad esempio una sanatoria che riconosca i crediti maturati e restituisca certezze a chi ha investito nel proprio percorso formativo.

In un momento in cui i servizi educativi sono sotto pressione, “l’ingiustizia va sanata: non si può chiedere a chi ha agito in buona fede di pagare per l’incapacità di adattare le norme alla realtà”, conclude Conti.

In attesa di sviluppi, la tensione cresce tra gli ex laureati e l’Università, con circa 400 educatori che si trovano in una situazione precaria e incerta, aspettando risposte concrete.


Sono stati anni di impegno e sacrificio, e ora si ritrovano con un titolo di studio compromesso. La speranza è che questa situazione trovi una risoluzione equa e tempestiva.