Nulla di fatto a seguito del Consiglio comunale in seduta straordinaria per l’emergenza Pubbliservizi: i lavoratori continuano a rischiare il lavoro e al sindacato rimane solo la via del prefetto per salvare i dipendenti. Questa la sintesi dell’ultima settimana e del “non” intervento del Comune di Catania. In Ugl vi è delusione e imbarazzo per il Commissario Portoghese.
L’emergenza Pubbliservizi, con le ripercussioni sociali, finanziarie, strutturali sulla città di Catania, è stato l’argomento al centro della seduta straordinaria del Consiglio comunale che si è svolta al Palazzo degli Elefanti. Sono intervenuti il commissario straordinario del Comune di Catania, Federico Portoghese, che ha presentato una specifica relazione, e il presidente del CdA di Pubbliservizi- società in house della Città metropolitana, Giuseppe Molino.
Si è parlato del fallimento, si è espressa la volontà comune da parte dell’Assemblea cittadina di chiedere interventi per trovare in tempi brevi valide soluzioni per garantire i livelli occupazionali ma al termine della seduta straordinaria nulla cambia: i dipendenti Pubbliservizi rischiano di perdere il lavoro.
Il commissario Portoghese ha dichiarato: «I lavoratori sono tutelati per legge, ci sono procedure prefettizie per i livelli sociali, con assunzioni del personale che ha perso il lavoro. E riguardo agli stipendi posso dire che non mi sono stati segnalati problemi per i pagamenti. Io ho preso in mano la situazione il 9 febbraio di quest’anno e ho dovuto allineare tutti i documenti, cosa che non era mai stata fatta né dal Mise né dal CdA, ai quali spetta la procedura concordataria, in quanto noi siamo proprietari. Ho dovuto correggere i dati, ho legittimato i 5 milioni per la ricostruzione aziendale».
Al termine della seduta straordinaria giunge la voce dei lavoratori o meglio delle sigle sindacali. È Ugl a dichiarare imbarazzante e deludente l’incontro del Consiglio comunale e la dichiarazione del Commissario Portoghese: «Siamo profondamente delusi rispetto all’esito del Consiglio comunale straordinario che si è tenuto a Palazzo degli Elefanti sulla vertenza Pubbliservizi. Abbiamo apprezzato l’impegno dei consiglieri comunali di stringersi attorno alla partecipata e ai suoi lavoratori, cercando di comprendere la situazione e proporre qualche soluzione, ma non possiamo nascondere di aver provato forte imbarazzo di fronte alle non risposte del commissario Federico Portoghese, presente nella sua doppia veste commissariale. Ci aspettavamo risposte certe e determinate ed invece ci siamo trovati ad ascoltare da Portoghese parole farfugliate su un discarico di responsabilità che lascia il tempo che trova, ma ancora peggio su una ipotetica clausola sociale sulla quale lo stesso non ha saputo (a precisa richiesta) fornire il riferimento legislativo e su un immaginario bacino prefettizio».
Nessuna attenuante da parte di Ugl per Portoghese: «Proprio su questo ultimo scenario soprattutto riteniamo che il commissario sapendo bene di cosa si tratta, considerato che il Comune di Catania è ancora adesso legato a quello dei lavoratori della nettezza urbana, farebbe meglio ad escludere a priori una simile soluzione da praticare per i 330 dipendenti di Pubbliservizi. E comunque è una decisione che spetta ad altre sedi e non di certo a quella commissariale. Alla stessa stregua della proroga di sei mesi dell’attuale gestione giudiziale, che il commissario ha richiamato nel suo intervento. Sappiamo soltanto che abbiamo chiesto e sollecitato, anche in questa fase, un incontro a Città metropolitana e, come al solito, non ci è stata data alcuna risposta. Abbiamo quindi scritto nuovamente al prefetto perché possa convocarci in presenza dell’ente metropolitano, affinché possano arrivare finalmente i giusti chiarimenti».
Ugl chiosa auspicando un intervento concreto della Prefettura: «Sulla questione legata al paventato ricorso in appello rispetto alla sentenza del Tribunale civile di Catania, dai media abbiamo appreso che esisterebbe un atto di indirizzo emanato da Città metropolitana che autorizzerebbe il Consiglio di amministrazione uscente a presentare ricorso e, anche in questo caso, a richiesta scritta di averne copia per sapere di cosa tratta nello specifico non è corrisposto il riscontro auspicato. E i termini imposti dal giudice scadono domani. Se questo è il modo di gestire una vertenza estremamente delicata, con oltre 300 lavoratori interessati, come lo è quella di Pubbliservizi, c’è veramente poco da stare sereni e non ci resta che confidare sull’intervento della Prefettura».