Riconoscimento facciale negli stadi | La nuova frontiera della sicurezza o una violazione della privacy?

Riconoscimento Facciale Negli Stadi: Il Progetto Del Ministro Piantedosi

MANDURIA – Durante il ‘Forum in Masseria’, organizzato a Manduria da Comin e partner, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha rilasciato dichiarazioni significative riguardo all’implementazione del riconoscimento facciale negli stadi. “Con l’affermazione dell’intelligenza artificiale, la capacità di tradurre i dati biometrici in elementi interessanti per l’attività di prevenzione è uno dei temi di maggiore interesse,” ha affermato il titolare del Viminale.

Piantedosi ha sottolineato che il riconoscimento facciale non si limita soltanto alla prevenzione dell’antiterrorismo o alla ricerca di latitanti, ma mira a migliorare il controllo dei grandi eventi pubblici. Il ministro ha rivelato di essere in dialogo con il Garante della privacy per individuare un sistema più efficace e sicuro di accesso agli stadi.

Gli Stadi come Piazze di Spaccio

Secondo quanto dichiarato da Piantedosi, “gli stadi negli anni si sono trasformati in importanti piazze di spaccio, soprattutto alcune curve delle città delle principali aree metropolitane.” Questa trasformazione ha spinto il governo a considerare l’adozione di strumenti biometrici per affrontare la criminalità e prevenire reati.

Il ministro ha evidenziato l’importanza di avere a disposizione strumenti di lettura intelligente dei dati biometrici. Questi strumenti potrebbero rivelarsi cruciali in chiave preventiva, non solo per garantire la sicurezza ma anche per restituire abitudini di fruizione degli eventi sportivi più tranquille.

La Questione della Privacy

Piantedosi ha anche affrontato il delicato tema della privacy, dichiarando che “il riconoscimento facciale già adesso è tecnicamente possibile, e in qualche modo avviene,” pur essendo attualmente vincolato a specifiche necessità giudiziarie. Il ministro ha riconosciuto le preoccupazioni legate alla protezione dei dati personali: “Voglio riconoscere valore a quelle che sono le preoccupazioni… sulla tutela della privacy dei cittadini.”

Tuttavia, ha concluso che “dovremmo considerare anche qui le grandi opportunità che la tecnologia consente, ovviamente al fine unico della prevenzione dei reati.” In un contesto in cui le organizzazioni criminali operano senza alcun scrupolo, il governo non può permettersi di restare indietro.

Conclusioni

Il piano di implementazione del riconoscimento facciale negli stadi potrebbe rappresentare un passo significativo verso un più efficace sistema di sicurezza pubblica. Tuttavia, è evidente che il dibattito su come bilanciare la sicurezza e la privacy dei cittadini è solo all’inizio. Resta da vedere quali risultati concretizzino le proposte del ministro Piantedosi nel futuro prossimo.