
Torino, esplosione mortale: vendetta contro l’ex fidanzata causa tragedia
TORINO – Non si è trattato di un incidente, ma di un crimine che ha scosso la comunità torinese. Nella notte tra il 30 giugno e il primo luglio, un’esplosione ha devastato una palazzina in via Nizza, causando un morto e cinque feriti. Secondo gli inquirenti, dietro a questo drammatico evento si cela la vendetta di un uomo contro la sua ex fidanzata.
Le indagini hanno rivelato che l’uomo, ora accusato di disastro doloso e omicidio volontario, avrebbe appiccato un incendio al quinto piano dell’edificio, con l’intento di colpire la donna che quella notte, però, non si trovava in casa, essendo in partenza per le vacanze. Una scelta efferata che ha avuto conseguenze devastanti per persone innocenti.
La vittima della tragedia è Jacopo Peretti, 33 anni, trovato carbonizzato tra le macerie dopo ore di ricerche. Laureato in economia e lavoratore in un’azienda di consulenza energetica, Peretti era un grande tifoso del Torino e un anima solare, come ricordano amici e familiari. La sua vita, piena di promesse e sogni, è stata spezzata senza alcun giustificato motivo.
L’esplosione, avvenuta alle 3:15 nel quartiere Lingotto, ha distrutto tre appartamenti e causato il crollo parziale dell’intero edificio. Cinque feriti, tra cui una famiglia egiziana con una bambina di sei anni, una giovane di 19, un uomo di 24, una donna di 45 e un ragazzo di 12 anni, sono stati registrati. In totale, 45 persone sono state costrette ad evacuare e sono state accolte in un centro di emergenza allestito dalla Protezione Civile in una scuola vicina.
Inizialmente si sospettava che l’esplosione fosse dovuta a una fuga di gas, ma ben presto è emersa la verità . Le indagini, avviate dalla procura di Torino e condotte dalla polizia, hanno utilizzato le immagini delle telecamere di sorveglianza e le testimonianze per confermare l’origine dolosa dell’incendio.
Sulla base delle prove raccolte, la procuratrice Chiara Canepa ha richiesto e ottenuto un’ordinanza di custodia cautelare per un quarantenne che lavora come guardia giurata. Questo tragico episodio ha sollevato interrogativi su come la vendetta possa trasformarsi in una catastrofe, colpendo chi non c’entra in nulla e portando un dolore difficilmente cancellabile.
La comunità torinese piange una vita perduta, mentre la giustizia farà il suo corso.