Rivolte e stupri al carcere di Prato | Gli orrori che nessuno si aspettava!

Rivolte e violenze nel carcere di Prato: una situazione allarmante

FIRENZE – Nuovi, inquietanti episodi emergono dal carcere di Prato, “Le Dogaie”, dove due recenti rivolte hanno messo in evidenza un clima di violenza e illegalità crescente. L’ultima manifestazione di ribellione è avvenuta il 5 luglio, quando un gruppo di circa dieci detenuti si è barricata, brandendo spranghe e cacciaviti, e ha tentato di sfondare i cancelli lanciando brande. Questo avvenimento si inserisce in un contesto già teso, segnato da violenze sessuali e torture tra i detenuti.

La Procura di Prato, guidata dal procuratore Luca Tescaroli, ha rilasciato una nota nella quale si evidenzia “un pervasivo tasso di illegalitĂ ”, sottolineando una preoccupante mancanza di controlli interni e collaborazioni illecite tra alcuni membri della polizia penitenziaria. Nonostante le recenti operazioni di controllo, la situazione non sembra migliorare.

Non si ferma, infatti, il traffico di telefoni e droga all’interno della struttura, un fenomeno che si è protratto anche dopo la maxi operazione del 28 giugno, che ha portato all’indagine di 27 detenuti e 4 agenti per corruzione. Ultimamente, il sequestro del 42esimo telefono nella cella 187 ha dimostrato che l’utilizzo di apparecchi di comunicazione continua indisturbato. Un detenuto, in particolare, ha persino postato su TikTok una foto della propria cella.

Le rivolte recenti non sono un fenomeno isolato; il 4 giugno scorso si era giĂ  verificato un episodio simile, in cui cinque detenuti avevano minacciato il personale di polizia penitenziaria, segnalando un clima di ostilitĂ  e aggressivitĂ . Frasi come “stasera si fa la guerra” risuonano inquietanti, evidenziando l’escalation della tensione.

Agghiaccianti sono anche le testimonianze riguardo torture e violenze sessuali tra detenuti, con due casi gravi documentati. Nel settembre 2023, un detenuto brasiliano ha violentato ripetutamente un compagno pachistano, costringendolo a subire atti di violenza sessuale sotto minaccia. In un secondo caso, nel gennaio 2020, un giovane omosessuale ha subito torture estreme da parte di due detenuti che lo hanno aggredito fisicamente e sessualmente, infliggendogli gravi lesioni.

In risposta a questa spirale di violenza e illegalitĂ , le forze dell’ordine continuano a insistere sulla necessitĂ  di ripristinare il controllo. Le indagini sono ancora in corso e si preannunciano ulteriori perquisizioni e sequestri in un tentativo di riportare ordine in una struttura che sembra essere diventata un vero e proprio inferno per i suoi abitanti.

Con la situazione che continua a deteriorarsi, resta da capire quale sarĂ  l’efficacia delle misure adottate per garantire la sicurezza e la dignitĂ  umana all’interno del carcere di Prato, un luogo dove la sofferenza e il caos sembrano ormai all’ordine del giorno.