
Diritti LGBT+: Italia respinge il 73% delle raccomandazioni ONU
L’Italia, sotto la lente d’ingrandimento delle Nazioni Unite, ha rifiutato il 73% delle raccomandazioni relative ai diritti delle persone LGBT+. Questo inquietante dato emerge dal quarto ciclo della Revisione Periodica Universale e rappresenta un vero e proprio campanello d’allarme per il Bel Paese, che, per la prima volta, si trova a fronteggiare le critiche di ben 19 Stati europei.
Un rifiuto che fa discutere
Secondo Famiglie Arcobaleno, ben 12 su 19 raccomandazioni sono state respinte senza indugi, evidenziando un isolamento senza precedenti. Paesi come Canada, Francia, e Stati Uniti hanno chiesto all’Italia di compiere un passo avanti su temi cruciali come il matrimonio tra persone dello stesso sesso e il riconoscimento di genitori omosessuali. Tuttavia, il governo Meloni ha risposto negativamente, giustificando la situazione con l’affermazione che le unioni civili «sono largamente equivalenti al matrimonio». Una posizione che, secondo Yuri Guaiana dell’Associazione Radicale Certi Diritti, è offensiva e perpetua l’inferiorità giuridica di milioni di cittadini.
Diritti negati ai minori e alle famiglie
Il governo ha anche ignorato richieste esplicite per il riconoscimento di entrambi i genitori nelle famiglie omogenitoriali, nonostante migliaia di bambini in Italia abbiano due mamme o due papà. Alessia Crocini, esponente di Famiglie Arcobaleno, ha denunciato questa scelta come una «crudeltà istituzionale», che condanna i minori ad una condizione di incertezza giuridica permanente.
Le adozioni per coppie same-sex hanno subito un simile destino, con il governo che ha respinto raccomandazioni provenienti da Portogallo e Paesi Bassi. Anche se la Corte Costituzionale ha mostrato aperture verso adozioni internazionali anche per single omosessuali, la mancanza di progressi è evidente.
La questione dei bambini intersex
Un’emergenza particolare riguarda i bambini intersex, per i quali l’Italia ha ignorato raccomandazioni specifiche mirate a proteggere i minori da interventi chirurgici non consensuali. Manuela Falzone di IntersexEsiste ha sottolineato come il governo si nasconda dietro linee guida obsolete, negando una realtà complessa e dolorosa che riguarda molti bambini nel paese.
Educazione sessuale e “terapie riparative”
Anche le raccomandazioni sull’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole sono state bocciate, perpetuando una situazione di disparità territoriale. Gabriele Piazzoni di Arcigay ha avvertito che senza una formazione adeguata si rischia di alimentare pregiudizi tra le giovani generazioni.
Infine, sull’argomento delle “terapie riparative”, una pratica condannata da tutti gli organismi di salute internazionale, il governo ha dichiarato che non sono praticate dal Servizio Sanitario Nazionale, mentre continuano a esistere in contesti privati e associazioni religiose. secondo Piazzoni, questa giustificazione è paragonabile a dire che non ci sono problemi con la mafia negli uffici pubblici.
Un isolamento inaccettabile
L’Italia, rispetto ad altri paesi europei che hanno progredito verso una maggiore inclusività, rischia di trovarsi allineata con paesi come Ungheria e Polonia, sotto accusa per violazioni dello stato di diritto. “Se il tuo rifiuto di rispettare i diritti umani distingue l’Italia da democrazie avanzate, il problema non sono loro, ma sei tu”, ha concluso Guaiana.
Un futuro incerto
Nonostante l’accettazione di sette raccomandazioni di facciata riguardanti la lotta alle discriminazioni e il contrasto ai discorsi d’odio, le associazioni avvertono che sono stati fatti pochi passi concreti. Con il 73% delle raccomandazioni respinte, l’Italia si troverà a dover affrontare una crescente pressione interna e internazionale per migliorare la propria posizione sui diritti umani. Il futuro appare incerto: mentre la comunità LGBT+ attende risposte, le promesse di progresso continuano a essere tradite.