
Galli Della Loggia risponde alle accuse del ministro Giuli: “Incarico non retribuito, ho persino speso 150 euro di taxi”
Roma – La polemica tra il professor Ernesto Galli Della Loggia e il ministro Giuli si intensifica, dopo che il quotidiano Corriere della Sera ha preso posizione in merito alle accuse lanciate dall’esponente di governo.
In un comunicato, il Corriere ha rivelato di aver richiesto un’intervista con il ministro dieci giorni fa, ma questa sarebbe stata negata. Solo domenica scorsa, Giuli avrebbe accettato di rispondere, ma il quotidiano ha ritenuto le sue affermazioni nei confronti di Galli Della Loggia «inaccettabili». “Abbiamo proposto al ministro di scrivere una lettera che avremmo pubblicato, ma lui ha rifiutato”, ha dichiarato la redazione.
La risposta di Galli Della Loggia non si è fatta attendere. Il professore ha chiarito che l’incarico attribuitogli dal precedente ministro è tutto tranne che una “poltrona di lusso”. “Consiste in un impegno di poche mattinate che ho condiviso con altri colleghi e funzionari di vari ministeri”, ha spiegato.
E ulteriormente ha puntualizzato che, “l’incarico è rigorosamente non retribuito”, anzi, ha costretto lui stesso a sostenere spese: “Ho speso tra i 150 e 200 euro in taxi, un costo che ho volentieri donato all’amministrazione del mio Paese”.
Il professor Galli Della Loggia ha anche difeso le delibere della Commissione su autori come Boccaccio, Papini e Gentile, affermando che sono state debitamente motivate in un verbale apposito. “Gli esperti e i giudici eravamo noi, non lui”, ha concluso, lasciando intendere che le affermazioni del ministro Giuli potrebbero ignorare le competenze e le motivazioni alla base delle decisioni prese.
La polemica prosegue, alimentando il dibattito sui ruoli e le responsabilità all’interno del governo, e sul rapporto tra istituzioni e cultura. La questione, oltre a rispecchiare tensioni interne, mette in luce le complessità della gestione culturale nel nostro Paese, esigendo maggiore attenzione e rispetto per chi vi opera.