33 anni dalla strage di Via D’Amelio | ANCI Sicilia lancia un invito alla responsabilità collettiva!

33 Anni Dopo la Strage di Via d’Amelio: L’Appello di ANCI Sicilia alla Memoria e al Cambiamento

A 33 anni dalla strage di Via d’Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, l’ANCI Sicilia ha rinnovato il proprio impegno per la memoria e la legalità. Un messaggio chiaro emerge dal comunicato dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) Sicilia: “Non dimenticare è un dovere, cambiare è una responsabilità”. Un invito a riflettere non solo sull’importanza della commemorazione, ma anche su ciò che essa rappresenta in termini di futuro.

La strage, avvenuta il 19 luglio 1992, ha segnato profondamente la sensibilità civile del Paese. “Quella domenica di luglio ha segnato per sempre la coscienza civile del nostro Paese”, ha dichiarato Paolo Amenta, presidente di ANCI Sicilia, sottolineando il dovere di continuare a lottare per giustizia e trasparenza, valori che devono essere difesi quotidianamente.

Il ruolo dei sindaci siciliani è al centro della riflessione di ANCI Sicilia. Amenta ha messo in evidenza come questi amministratori affrontino quotidianamente, e spesso con risorse limitate, le difficoltà del territorio, dimostrando una dedizione profonda allo Stato e alla legalità. Questo impegno, ha affermato Amenta, rappresenta la viva lezione di Borsellino.

In questo contesto, Mario Emanuele Alvano, segretario generale di ANCI Sicilia, ha voluto precisare che “la memoria non può essere soltanto cerimonia”. È fondamentale tradurre il ricordo in azioni tangible, in particolare attraverso l’educazione delle nuove generazioni. Le amministrazioni locali, secondo Alvano, non devono limitarsi a commemorare, ma devono diventare “presidi educativi e istituzionali” in grado di trasmettere i valori di legalità e giustizia per cui Borsellino ha sacrificato la sua vita.

L’invito di ANCI Sicilia è chiaro: le istituzioni devono cooperare attivamente con scuole, associazioni e altri enti per far sì che la memoria diventi uno strumento vivo, capace di generare cambiamento e consapevolezza nelle comunità. “Ogni amministrazione comunale può e deve essere un presidio educativo e istituzionale”, ha ribadito Alvano, sottolineando il ruolo cruciale delle autonomie locali nella lotta contro la cultura mafiosa e la corruzione.

In questo anniversario, i comuni siciliani si uniscono con un forte messaggio: “Non dimenticare è un dovere, cambiare è una responsabilità.” Una millenaria lezione che richiede di essere ricordata non solo come un gesto commemorativo, ma come un imperativo morale per tutti.