“I Capuleti e i Montecchi” vanno in scena al Teatro Bellini di Catania domani sera, venerdì 23 settembre, per l’evento clou del Bellini International Context, il festival voluto e finanziato dalla Regione Sicilia, con un cast prestigioso: Ruth Iniesta, Chiara Amarù e Marco Ciaponi. Scritta in sei settimane e commissionata dal Teatro La Fenice di Venezia, l’opera è l’unica che Bellini dedica ai catanesi, per l’immensa gratitudine che lo legò per sempre alla città natale.
Regia, scene e costumi sono affidati a Gianluca Falaschi, premio Ubu, a lungo collaboratore di Davide Livermore. Il regista ha scelto di ambientare l’opera nel primo ottocento, in una società patriarcale, che toglie a Giulietta qualunque possibilità di scelta. Il librettista Felice Romani attinse dalla novella di Matteo Bandello, la stessa che aveva ispirato la tragedia di William Shakespeare. Per rappresentare l’amore di due adolescenti Bellini accettò il suggerimento di Giuditta Grisi, di accostare a Giulietta soprano un Romeo mezzosoprano, en travesti, due voci femminili in una partitura non certo facile.
Siamo in una casa di campagna abbandonata a se stessa, una di quelle ville barocche che si incontrano in Sicilia, un po’ malandate e coperte dalla vegetazione. Ad affiancare Ruth Iniesta, che a Palermo è stata la Gilda del “Rigoletto” per la regia di John Turturro, il mezzosoprano che canta la parte di Romeo, è la palermitana Chiara Amarù che sottolinea la grande difficoltà del ruolo. Ma tutti gli sforzi vengono ripagati dalla bellezza delle melodie lente, ininterrotte, squisitamente belliniane, per scrivere di quest’amore tra due ragazzi. Il libretto non ci dice come muore Giulietta, e la regia ha preparato una sorpresa per il pubblico.
Sul podio Fabrizio Maria Carminati, direttore artistico del Bellini e specialista del bel canto, replica domenica alle 17.30 quando a salire sul podio sarà il giapponese Yuki Yamasaki.