È recente la notizia del richiamo dall’estero di diversi professionisti sanitari per coprire l’attuale mancanza di medici e operatori sanitari in Sicilia. Il problema secondo l’Ugl di Catania partirebbe proprio dalla formazione e dalla tenaglia che crea il numero chiuso dei corsi universitari specifici.
Per Ugl è una tragedia: «Ancora una volta, purtroppo, ieri anche a Catania insieme a tanti giovani studenti abbiamo vissuto quello che ormai definiamo il “2 novembre della medicina”. La giornata dedicata ai test di ingresso per la facoltà medica, che verrà riproposta anche per le professioni sanitarie, è quanto di più umiliante e svilente possa esserci nella vita di un giovane qualsiasi, che vede sbattere le proprie passioni ed ambizioni sul muro della lotteria dei posti messi in palio».
Secondo il sindacato il numero chiuso è controproducente: «Nella nostra città su 2.700 pretendenti solo in 400 avranno la fortuna di poter varcare la soglia dell’Università degli studi per iniziare il percorso formativo. Di questi, una fetta cospicua abbandonerà in itinere, mentre i laureati dovranno poi vedersela con l’assurdo collo di bottiglia delle esigue borse di studio per la specializzazione. Alla fine del ciclo accademico, quindi, circa un centinaio sarà specializzato e potrà andare a rinforzare la sanità pubblica che oggi vive il suo momento di crisi più profonda. Dei circa 2.300 che non passeranno i quiz, ci sarà chi ritenterà la sorte e chi, invece, scoraggiato dalla ferrea selezione proverà a cambiare professione».
Ugl sottolinea l’incoerenza tra la difficoltà dei giovani siciliani a poter affrontare gli studi e le attuali mancanze di organico: «In un momento in cui in corsia mancano i medici e gli operatori sanitari ed in un frangente storico in cui si stanno cercando camici bianchi all’estero, per assumerli in Italia, continuare a rubare il futuro ai nostri ragazzi è un atto di irragionevolezza assoluta. Il nuovo Governo nazionale che si andrà ad insediare, speriamo nel più breve tempo possibile, dovrà eliminare immediatamente questa barriera di accesso e permettere una selezione naturale consentendo agli studenti meritevoli di superare gli step in base ai risultati conseguiti. La nostra organizzazione sindacale continuerà questa battaglia di principio, perché è inconcepibile che una prova di cultura generale possa decidere la vita o la morte professionale di una persona, quando l’intera nazione ha estremo bisogno di un esercito di sanitari preparati e appassionati, anche se non aggiornati sui gossip e sulle cronache rosa, pronto a colmare i pesanti vuoti organici che lo stesso Stato ha creato».