Arrestata l’ostetrica del parto positivo: la verità che scuote gli ideali della nascita naturale! | Perché nessuno parla dei rischi nascosti?

La guru del parto positivo arrestata in Australia per omicidio colposo: morto un neonato

ROMA – L’arresto di Enrica Kupe, conosciuta sui social come ‘Ostetrica Senza Filtri’, ha scosso il mondo della maternità e non solo. Questa guru del parto positivo, nota per le sue affermazioni che promettevano esperienze di nascita senza interferenze medicali, è stata arrestata in Australia con accuse gravi, tra cui l’omicidio colposo collegato alla morte di un neonato avvenuta nel 2024.

Secondo quanto riportato dall’inchiesta di Francesca Bubba su The Post internazionale, il 14 agosto scorso, Kupe è stata arrestata a Newcastle, nel Nuovo Galles del Sud. La donna avrebbe assistito a un parto in casa il 2 ottobre 2024, ignorando segnali di complicazione e le richieste della partoriente di recarsi in ospedale. La situazione è degenerata e, dopo due giorni di travaglio, la donna è stata costretta a cercare aiuto al John Hunter Hospital, dove è stato necessario un parto cesareo d’emergenza. Mentre la madre è sopravvissuta, il neonato è morto.

La notizia ha colpito non solo l’Italia ma anche il panorama internazionale delle nascite. L’arresto di Kupe non rappresenta solo un caso isolato, ma mette in luce una questione ben più ampia: l’affidamento alla figura di guru non certificati per la gestione del parto. In effetti, Bubba ha descritto il caso di Kupe come “il volto di un’epidemia silenziosa” che minaccia la sicurezza delle donne e dei loro bambini.

Nonostante le accuse, Kupe, 36 anni e originaria di Mantova, è stata rilasciata con libertà su cauzione condizionale. Le restrizioni imposte includono il divieto di praticare o istruire su questioni legate a nascite e gravidanze. Inoltre, dovrà consegnare i suoi passaporti e presentarsi quotidianamente alla stazione di polizia di Nelson Bay.

Il prossimo capitolo di questo dramma si svolgerà in aula il 15 ottobre 2025, quando il caso tornerà davanti alla corte di Newcastle. La comunità si interroga ora sulle implicazioni legali e morali del “parto positivo”, spingendo a una riflessione profonda su chi ci si affida per esperienze così delicate. La morte del neonato è una tragedia che non può e non deve essere dimenticata, sollevando domande inevitabili su sicurezza e responsabilità nel campo della maternità.