Le prime piogge a Catania fanno preoccupare per i possibili allagamenti: chiesto piano di pulizia

Le prime piogge a Catania fanno preoccupare per i possibili allagamenti: chiesto piano di pulizia

È stato uno sprazzo d’acqua gradito ai catanesi, dopo settimane di caldo anche eccesivo. Le prime piogge “autunnali” sono tornate a Catania. Seppur legato a un attuale evento atmosferico che sta interessando la Sicilia (e in questo momento la parte orientale), l’acqua caduta su Catania sta allarmando la Politica, gridando all’emergenza allagamenti.

Secondo i politici, i possibili allagamenti sarebbero da ricondurre nuovamente a un’inaccurata pulizia di tombini e grate, che potrebbe ricreare i disagi degli anni passati. Ad alimentare il periodo di nuovi allagamenti a Catania è anche la presenza massiccia di rifiuti in città.

Il consigliere comunale di Catania Carmelo Nicotra ha dichiarato: «Il maltempo di questi giorni è solo un assaggio di quello che ci dobbiamo aspettare per l’intera settimana. Passare, nel giro di pochissimi giorni, dal caldo afoso alle piogge torrenziali non deve più stupire nessuno perché ormai il tempo, rispetto al passato, è cambiato. Bisogna farsi trovare pronti e, per evitare scenari visti negli anni precedenti, è fondamentale programmare e operare».

Nello specifico, il consigliere chiede di: «Intervenire ora con un piano di pulizia di tombini e grate. Quali sono le condizioni delle strade catanesi, in vista degli eventuali temporali o bombe d’acqua, è facile da capire. Servono interventi di manutenzione straordinaria molto complessi che devono rispettare una specifica tabella di marcia perché, tra tombini otturati e caditoie trasformate in contenitori della spazzatura, a forte rischio sono decine e decine di strade a Catania. Bisogna concentrarsi prima sui quartieri a Nord, dove confluiscono le condutture dei paesi dell’hinterland etneo, poi sul Villaggio Goretti che in passato è finito letteralmente sott’acqua. E ancora Cibali, Monte Po, Nesima e la zona industriale. Agire adesso vuol dire evitare di fare la conta dei danni dopo».