L’Europa rischia di essere solo “maionese” | Scopri perchĂ© le aziende chiedono un cambio di rotta drastico!

Le aziende italiane chiedono all’Europa di essere “la ciccia, non la maionese”

BOLOGNA – Durante la chiusura di Farete, l’importante evento organizzato da Confindustria Emilia, è emerso un forte appello da parte delle aziende, volto a riconsiderare il ruolo dell’Europa nel panorama globale. Angelica Ferri Personali, esperta di finanza e mercati, ha riassunto efficacemente il concetto proposto dalla presidente di Confindustria Emilia, Sonia Bonfiglioli, paragonando l’Europa a “maionese” nel panino, in contrapposizione ai “gusci” rappresentati da America e Cina.

Secondo Ferri Personali, “Dovremmo essere il contenuto, la ciccia e non la maionese”. Elena Salda, CEO di Cms, ha confermato questa visione, sottolineando che le affermazioni della Bonfiglioli sono un vero e proprio “concreto bagno di realtà”. Le aziende italiane si trovano quindi a fronteggiare una situazione in cui l’Europa è vista sempre piĂą come una figura marginale, incapace di esercitare un’influenza significativa nei mercati globali.

Un’occasione perduta per le innovazioni italiane

Ferri Personali ha posto l’accento sulla capacitĂ  dell’Italia di costruire una propria sostanza competitiva a partire dal “saper fare”, un settore in cui l’Emilia Romagna si distingue. Tuttavia, ha messo in guardia riguardo a una perdita di opportunitĂ  cruciale: le idee innovative sviluppate in Italia spesso vengono portate avanti altrove, in stati come USA o Cina, a causa di una “burocrazia soffocante” e di una mancanza di investimenti. “La mancanza di competenze rischia di relegare l’Italia a una posizione subalterna”, ha affermato, evidenziando il rischio di non riuscire a stare al passo con la competitivitĂ  globale.

Un richiamo all’importanza delle competenze STEM è stato fatto da Ferri Personali, la quale ha sottolineato come il numero crescente di laureati in questo campo sia fondamentale per supportare un’economia innovativa. Senza di essi, le aziende italiane rischiano di perdere la loro chance di prosperitĂ .

Un cambio di rotta radicale è necessario

Il messaggio di Elena Salda è incisivo: “L’Europa non conta nulla, e lo vediamo sempre di piĂą.” Per le aziende con aspirazioni internazionali, è cruciale riconoscere questa debolezza e lavorare per una trasformazione radicale. Secondo Salda, ciò che serve è un’Europa unita, in grado di affrontare il resto del mondo con una sola voce, superando le divisioni interne.

A tal proposito, ha citato il settore automotive come esempio di una strategia fallimentare, avvisando che le decisioni sbagliate del passato stanno molto probabilmente mostrando il conto. “Non abbiamo pensato che la Cina potesse segnare il passo con le auto elettriche”, ha dichiarato, evidenziando come la mancanza di visione e ignavia abbia portato l’Europa a una posizione di svantaggio.

Un appello urgente dal mondo industriale

Il monito di Salda si fa sentire come un appello urgente da parte dell’industria manifatturiera italiana: per sopravvivere e prosperare, è necessaria un’Europa non solo come agglomerato di stati, ma come attore strategico e coeso. Solo così le aziende italiane possono sperare di affrontare le sfide del futuro e di ritagliarsi un ruolo significativo nei mercati globali.

In un momento in cui la competitività è cruciale, le parole delle imprenditrici e degli esperti riuniti a Bologna risuonano come un richiamo alla responsabilità e alla azione concreta.