È una proposta molto riflessiva quella effettuata e analizzata ad Aci Castello durante il “Meeting Nazionale sui trasporti – La Sicilia in Europa”, organizzato dal Centro Studi Assotir con il Fondo Conoscenza e la partecipazione tecnica di Bureau Veritas. All’evento hanno partecipato politici e tecnici, legati al mondo del trasporto e dell’autotrasporto, che hanno dipanato ogni aspetto legato alla possibile nascita di questa nuova tratta che porta con sé molteplici benefici.
A spiegare meglio l’idea di un’“Autostrada del Mare” è il presidente del Centro Studi Assotir e vice pres. naz. Assotir, Pino Bulla: «Il settore dei Trasporti in Sicilia, nel guardare alla Penisola e ai Paesi Europei, si rende conto, oggi più che mai, di essere emarginato dai rincari energetici e dalle distanze che penalizzano il mercato libero. La lunga percorrenza per raggiungere i mercati del Centro/Nord Italia e d’Oltralpe ha acuito le difficoltà imprenditoriali legate all’autotrasporto nell’espletamento del proprio lavoro. Non è sbagliato quindi auspicare che, con il dovuto sostegno della Regione Siciliana, si possa concretizzare un servizio di Trasporto più efficiente».
Migliorare il sistema di trasporti in Sicilia è possibile secondo il vice pres. naz. Assotir: «Realizzare tutto questo richiede il ripristino del servizio marittimo ro-ro/pax (trasporto tir più cabine), non più della linea CT/NA ma con prospettive diverse, tenendo conto che recenti normative stanno incidendo notevolmente sul percorso veicolare: cronotachigrafo e CdS (Codice della Strada). Ecco perché ritengo che la linea Catania/Gaeta/Catania, mai avviata, sia la migliore soluzione tecnica ed economica, per lenire gli inconvenienti che patisce il settore dell’Autotrasporto».
Nell’occasione si è parlato anche, attraverso l’intervento del Codacons, della necessità di un intervento immediato del Governo nazionale sull’aumento spropositato, e ingiustificato, del prezzo dei carburanti. L’ex sottosegretario di Stato all’Agricoltura, Giuseppe Castiglione ha ribadito che bisognerebbe perseguire nell’uso proficuo di tutti i finanziamenti messi a disposizione dall’Unione Europea. Averlo mancato, secondo l’ex sottosegretario, ci ha portato a dipendere da Paesi terzi per prodotti agricoli che la Sicilia avrebbe potuto produrre senza alcun problema, a cominciare dal grano duro.
L’ing. Francesco Di Sarcina, da due mesi presidente del Sistema Portuale del Sud-Est Sicilia, ha dichiarato: «Oggi ho visto la voglia di fare qualcosa di nuovo – dice Di Sarcina -. Ho visto i rappresentanti delle categorie (come il Consorzio di Tutela della carota novella di Ispica IGP e quello di Tutela del Pomodoro Pachino IGP) che hanno fatto capire quanta voglia c’è di crescere e raccogliere sfide. Quello che si legge è tipico della nostra terra, è che manca un’orchestra. Mi riferisco ovviamente a ciò su cui posso esprimere un giudizio: l’attivazione di nuove linee. Il presidente di un’autorità portuale sogna di far nascere nuove linee, di far crescere i traffici dei propri porti, sarebbe assurdo se non plaudessi a iniziative che mirano ad allargare le prospettive. Il passo da fare per raggiungere questo obiettivo è uno studio di fattibilità completo di tutti gli attori».
Purtroppo per il presidente del Sistema Portuale del Sud-Est Sicilia i problemi sono parecchi e allontanano dal Porto di Catania la possibilità di un’Autostrada del Mare: «In questo momento lo studio che ho letto – che è una buona base – dice che dal punto A al punto B si riesce ad avere un’economia di scala ragionevole e quindi è fattibile, ma non guarda l’intasamento dei porti, non guarda i costi spiccioli del sistema portuale e dei collegamenti a terra. Ma soprattutto si rivolge a un porto funzionante e questo, purtroppo, non è. Il porto di Catania soffre purtroppo di ferite strutturali da risanare. Se il mondo è interessato a creare un collegamento sistema portuale/Sicilia orientale/mercati del centro nord, io dico apriamo una discussione. Io ci sono».