In seguito alla polemica scaturita dallo sgombero dei senza tetto in piazza della Repubblica, il Comune di Catania sembrerebbe aver accusato il colpo, merito probabilmente dell’interesse nazionale suscitato da Striscia La Notizia. Dopo poche settimane dal discusso episodio è stata inaugurata “La Meta”: dormitorio pubblico con posti letto, servizi e assistenza personale ai senza tetto, in un immobile confiscato alla criminalità organizzata e restituito alla collettività.
Il nuovo locale comunale è sito a Librino, in via Federico Delpino 10, nella periferia sud di Catania. Il nome “La Meta” è stato scelto per la struttura di accoglienza con l’intento di narrare i percorsi d’inclusione, integrazione e autonomia per le persone ospitate.
L’assessore ai servizi sociali Giuseppe Lombardo ha dichiarato: «Questo risultato è l’esito di un lavoro intenso e complesso, frutto di una preziosa collaborazione tra l’Amministrazione Comunale, la Direzione comunale Manutenzioni, Catania Multiservizi, l’Enpa di Catania, Mosaico e Croce Rossa Italiana – Comitato Catania, che ci ha permesso di compiere un passo decisivo nel rendere i Servizi Sociali innovativi e pensati per i più fragili. La Meta non è soltanto un dormitorio, ma è anche un luogo di accoglienza e inclusione nel quale le persone troveranno un posto per dormire, un servizio docce ma soprattutto percorsi di vita che connettano al territorio, fino a raggiungere una piena autonomia».
Il bene confiscato è stato rigenerato con i fondi del FEAD – Fondo di Aiuti agli Indigenti, Pon Inclusione. Venticinque saranno i posti letto tra via Delpino e via La Marmora, struttura già operativa a Catania. Nel nuovo complesso sociale ci sono già i kit igienici donati dall’Unità di Strada, progetto Radici, e le cucce per i cani delle persone senza tetto, rese disponibili grazie alla generosità dell’Enpa di Catania. Il trasporto dei clochard avverrà a cura dagli stessi operatori del servizio comunale dell’Unità di Strada.
Inoltre i custodi della nuova struttura sono ex senza tetto in cerca di un riparo di fortuna, ora chiamati a prendersi cura della struttura di via Delpino. Il nuovo dormitorio non sarà per tutti: le persone che vivranno in struttura saranno “filtrate” dagli operatori dell’Unità di Strada (progetto Radici).