Previste trivellazioni in Sicilia autorizzate dal Ministero per la “Transazione Ecologica”

Previste trivellazioni in Sicilia autorizzate dal Ministero per la “Transazione Ecologica”

Il territorio siciliano potrebbe subire un danno alla Natura tra l’inquinamento ambientale e di flora e fauna. Dal Governo centrale è previsto il via libera alle trivellazioni in buona parte del Territorio siciliano bypassando qualsiasi tipo di vincolo e/o tutela e non orientandosi verso fonti rinnovabili bensì verso le estrazioni di petrolio e gas, dimostrando più attenzione verso il passato che verso il futuro.

Ciò potrebbe divenire la scelta a seguito delle diverse problematiche nel soddisfare la richiesta energetica degli italiani, anche dovuto all’attuale guerra in Ucraina. A denunciare le possibili trivellazioni in Sicilia è il partito Rifondazione Comunista regionale. Attualmente si stanno bloccando le ricerche altrove: a essere state esentate dalle trivellazioni sarebbero Valle d’Aosta, Sardegna, Liguria e Toscana.

Il Governo avrebbe preferito autorizzare le ricerche estrattive a caccia di petrolio e gas su circa il 70% del territorio isolano. La denuncia oltre che politica è ambientale, poiché lo Stato non starebbe considerando e condividendo le preoccupazioni sull’impatto eco-ambientale e sociale e sanitario di tali future attività estrattive.

La nota di partito esplicita: «Il Governo centrale dimentica o finge di dimenticare l’evidente vocazione siciliana per l’energia eolica e solare. Il PRC insieme a tanti gruppi, movimenti e comitati nonché cittadini e cittadine dell’Isola sostiene apertamente e risolutamente le ragioni del NO a queste prospezioni e invita tutti i siciliani alla mobilitazione».

Il richiamo infine è anche alla Regione Siciliana: «Pungola, inoltre, il Governo regionale in carica, già stimolato dalla stessa Amministrazione regionale, a contrastare apertamente questa ipotesi e chiama all’impegno tutti i Deputati e tutte le Deputate dell’Assemblea Regionale Siciliana senza distinzioni tra maggioranza e minoranza (invero in sé già deboli) nonché le Deputazioni siciliane di Camera e Senato a contrastare questa iattura ambientale che è anche un atto d’imperio dal retrosapore coloniale».