La vertenza Pfizer si avvale di un nuovo incontro stamani in Confindustria Catania nell’auspicio di continuare sulla via della distensione, cominciata a percorrere solo dopo il terzo incontro tra le parti. Il tavolo delle trattative avviato tra le sigle sindacali ed i vertici dello stabilimento Pfizer di Catania quest’oggi ha condotto a un timido passo avanti ma senza eliminare l’incombente nuvola dei licenziamenti.
Nel nuovo incontro in Confindustria Catania si è fatto un passo avanti ma si è deciso di continuare il confronto ad oltranza anche domani, mercoledì e, possibilmente, fino a quando non si troverà un accordo definitivo.
A dare i dettagli sull’incontro e l’attuale situazione della vertenza Pfizer è la nota sindacale congiunta: «Dopo questi giorni di riflessione, in alternativa alla revoca dell’intera procedura che chiediamo ancora oggi, pensavamo di poter trovare proposte più incisive da parte della Pfizer per dissolvere i 130 licenziamenti in atto svecchiando l’organico. Siamo riusciti sicuramente ad ottenere un discreto incentivo per chi, volontariamente, accetterebbe di andare via, ma con l’opzione “Ascoli Piceno” ormai chiusa (con poche unità di personale che si sono già trasferite) rimane ancora alto il numero di dipendenti in bilico».
La nota dei segretari provinciali Jerry Magno di Filctem Cgil, Giuseppe Coco di Femca Cisl, Alfio Avellino di Uiltec e Carmelo Giuffrida di Ugl Chimici, anche a nome delle Rsu, continua con una “chiamata al dovere” per Pfizer e Stato: «L’azienda può e deve fare di più se non vuole macchiarsi della grave colpa di licenziare un numero comunque importante di lavoratori. Nel contempo, continuiamo a registrare il vuoto della politica di Governo attorno ad una vicenda così rilevante in ambito nazionale. In questi ultimi due anni si è sostenuto a gran voce la necessità di garantire cure e vaccini anti Covid-19, sostenendo l’azione di queste multinazionali del farmaco per la salvezza della popolazione, mentre adesso si sta voltando le spalle a donne e uomini che chiedono di non essere lasciati soli e principalmente meritano un gesto di forte responsabilità da parte della loro multinazionale».