Raid al Liceo Leonardo Da Vinci di Genova: devastazione e simboli di odio
Notte di paura al Liceo Leonardo Da Vinci di Genova, dove un’irruzione violenta ha sconvolto la comunitĂ scolastica. Un gruppo di almeno trenta giovani, molti con il volto coperto, ha fatto irruzione nella scuola durante un’occupazione studentesca, causando ingenti danni e imbrattando i muri con scritte di chiara ispirazione fascista e nazista.
L’attacco è avvenuto tra sabato e domenica, mentre gli studenti erano presenti nell’istituto. Armati di mazze e spranghe, i responsabili hanno devastato aule e corridoi, rompendo vetri e divellendo porte. Sul posto sono state rinvenute frasi inneggianti a Mussolini e simboli del Terzo Reich, amplificando la giĂ alta tensione sociale.
Fortunatamente, nessuno degli studenti presenti durante l’attacco è rimasto ferito, ma il clima di terrore ha lasciato un segno profondo. Gli studenti e il personale scolastico hanno subito una notevole scossa emotiva, sentendosi vulnerabili in un luogo che dovrebbe rappresentare sicurezza e apprendimento.
Le indagini sono ora nelle mani della Digos di Genova, che sta analizzando le registrazioni delle telecamere di sorveglianza e raccogliendo le testimonianze per identificare i colpevoli di questo grave atto.
L’episodio ha sollevato un’ondata di sdegno nel panorama politico e scolastico. “La scuola è un presidio di libertà , cultura e democrazia”, ha dichiarato Irene Manzi, responsabile nazionale Scuola del Partito Democratico. “L’irruzione di un gruppo di giovani violenti rappresenta un atto intollerabile, ferendo l’intera comunità ”.
SolidarietĂ e condanne sono giunte anche da associazioni studentesche e istituzioni locali, che ora chiedono una risposta ferma contro ogni forma di violenza e rigurgito ideologico. Questo triste episodio non solo mette in pericolo la sicurezza degli studenti, ma mette anche in discussione i valori democratici che le scuole dovrebbero promuovere.
La comunitĂ educativa di Genova si unisce, ora piĂą che mai, per affermare il principio che ogni forma di odio e violenza non ha posto in una societĂ civile.