Ritorno del “sistema sceriffo” | La sicurezza è davvero giustificata?

Sicurezza, il ritorno dell’ex ministro Castelli: “Mai punibile chi spara a un ladro”

Roma – L’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli torna al centro del dibattito politico con un’iniziativa che promette di scuotere le fondamenta della legislazione sulla sicurezza. Sostenitore della legittima difesa, Castelli ha depositato presso la Cassazione cinque proposte di legge di iniziativa popolare, tre delle quali si concentrano proprio su questo tema.

“Legittima difesa sempre” è il motto che accompagna le nuove proposte del politico lombardo, attualmente segretario del Partito popolare del nord. In una dichiarazione diretta, Castelli afferma: “Se qualcuno entra in casa, io mi posso difendere con tutti i mezzi”. La sua proposta include una revisione dell’articolo 14 della Costituzione, che sancisce l’inviolabilitĂ  del domicilio. Secondo Castelli, la modifica dovrebbe stabilire che la difesa di un’abitazione contro intrusi non è mai punibile, ribadendo così il diritto dei cittadini a proteggersi.

Le novitĂ  non finiscono qui. Castelli propone anche di modificare l’articolo 52 del codice penale, eliminando l’obbligo per chi si difende di valutare la situazione in corso. In pratica, se un ladro entra in casa durante la notte, il proprietario non dovrebbe essere costretto a riflettere sulle sue intenzioni; potrebbe difendersi in modo diretto. Per quanto riguarda le forze dell’ordine, una delle proposte vuole garantire che l’utilizzo del taser non venga considerato come un’arma da sparo, concedendo agli agenti piĂą libertĂ  nel loro intervento.

“Ci sono magistrati che privilegiano i delinquenti”, spiega Castelli, giustificando così la necessità delle nuove leggi. La critica si rivolge anche alle forze dell’ordine, che spesso si trovano in situazioni delicate e rischiano conseguenze anche per aver difeso i cittadini. “Chi ha sparato a un delinquente viene spesso sospeso; questo è inaccettabile”, protesta.

Ma non sono solo temi di sicurezza a caratterizzare il ritorno di Castelli. Le sue altre due proposte si concentrano su aspetti cruciali per la cultura e l’educazione. Una delle leggi mira a valorizzare le province montane e darle una maggiore autonomia. L’altra si occupa della storia locale nei libri di testo scolastici, sostenendo che solo una frazione minima della narrativa attuale dedicata agli studenti riguardi la storia delle loro terre. “I ragazzi non sanno da dove vengono se non gli si insegna chi sono”, afferma Castelli.

Ora il passo successivo è la raccolta firme, un’azione che il politico prevede di condurre anche tramite piattaforme digitali, come lo Spid, oltre ai tradizionali banchetti. “Contiamo di avere un grande riscontro sulla legittima difesa. La gente ne ha piene le palle…”, dichiara con determinazione. Castelli punta non solo sulla sicurezza, ma anche su un ripristino di valori e identità culturale, sottolineando la necessità di una maggiore presenza della storia locale nei programmi scolastici.

Un nuovo capitolo per la politica sulla sicurezza si apre in Italia, e la voce di Roberto Castelli si fa sentire forte e chiara. Il dibattito è destinato a riempire le piazze, con cittadini pronti a esprimere le proprie opinioni su un tema così delicato. A disposizione ora, ci sono le firme e la volontà di cambiamento.