Teoricamente una strada abbastanza trafficata, praticamente una discarica abusiva a cielo aperto che, un gesto incivile dopo l’altro, aumenta a vista d’occhio. Stiamo parlando della via Acquicella Porto, nei pressi del faro. I rifiuti continuano ad accumularsi nell’indifferenza generale di cittadini e istituzioni. Se non si rimedia immediatamente (sia con azioni preventive che punitive), la piccola discarica abusiva diverrà talmente grande da richiedere mezzi particolari per la rimozione dell’immondizia e dunque diversi mesi (o anni) per ripristinare il minimo decoro.
Non solo immondizia indifferenziata (frutto di alcuni catanesi o pendolari della zona etnea per cui fare la differenziata è troppo impegnativa) ma anche materassi (che ricordiamo possono essere prelevati fin sotto casa dall’azienda Dusty gratuitamente). Il Comune di Catania è appena tornato a galla dall’emergenza rifiuti, respirando appena, ma è pronto a precipitare nuovamente nel caos: la discarica in via Acquicella Porto n’è l’esempio.
Il degrado a Catania persiste e anziché unire le forze per debellarlo definitivamente lo si alimenta. A denunciare l’attuale situazione in zona è anche il comitato Romolo Murri che: «…raccoglie le segnalazioni degli abitanti della zona e chiede alle istituzioni competenti interventi mirati per migliorare la sicurezza e il decoro di via Acquicella Porto. Una strada più volte teatro, in passato, di un continuo scarico di rifiuti e materiali pericolosi nei tanti terreni rurali che la circondano. Adesso però la spazzatura si abbandona al centro dello spazio pedonale insieme ai materassi. Per queste ragioni via Acquicella Porto si candida, con ottime possibilità, ad essere una delle vie più degradate del capoluogo etneo. Nei pressi della strada che collega il viale Kennedy con via della Concordia persistono ex fabbricati abbandonati e aziende chiuse da anni. Qui in poco tempo è sorta una pattumiera a cielo aperto con un’emergenza senza precedenti. Non si può continuare a lasciare questo luogo alla completa mercè della microcriminalità».