In questi giorni i controlli anti Covid su diverse zone della movida etnea hanno condotto a svariate violazioni e fughe disperate ogni qual volta le Volanti giungevano per il controllo. L’intensificazione dei controlli sui locali del centro storico e della costiera acese, su direttiva del Questore Vito Calvino, hanno l’intento di rendere la “movida” più sicura.
Il personale della Squadra Amministrativa della Divisione Amministrativa e Sociale della Questura di Catania, nella notte del 25 settembre, ha proceduto al controllo di un bar/pub nei pressi di via Antonino Di San Giuliano: la totalità degli avventori era priva della mascherina di protezione, compresi gli addetti alla somministrazione. Il titolare è stato contravvenzionate con la sanzione amministrativa di 400 euro, oltre alla chiusura dell’attività per cinque giorni.
Spostandosi verso Acireale, l’azione della Polizia di Stato è stata maggiormente incisiva. Intorno alle ore 22 del 23 settembre, il personale della Squadra Amministrativa del Commissariato P.S. di Acireale, unitamente a personale dell’Ispettorato del lavoro, dell’ASP e dell’Ufficio Tecnico del Comune, ha sottoposto a controllo un ristorante all’aperto sul litorale di Capo Mulini, in cui sono stati individuati prodotti ittici di dubbia provenienza.
I cinque chili di pesce del ristorante di Capo Mulini sono stati distrutti, a cura dell’Ufficio di Igiene, versando ipoclorito di sodio. Inoltre l’Ufficio Tecnico ha rilevato la presenza di un servizio igienico accessibile mediante transito per le cucine del locale. All’ingresso del locale vi era una quarantenne ucraina, la quale era stata “assunta” per l’attività di promoter e procacciare clienti al locale. Gli agenti hanno scoperto che la donna era irregolare sul territorio nazionale, in quanto non ottemperava all’ordine del Questore di lasciare il paese.
L’ucraina è stata deferita ulteriormente all’A.G. avviando le procedure per la sua espulsione. Il titolare del ristorante a Capo Mulini è stato denunciato all’A.G. per avere dato lavoro ad un cittadina straniera irregolare sul territorio nazionale, in violazione dell’art. 22 del Testo Unico sull’immigrazione, col rischio reclusione da 6 mesi a 3 anni. A completare il quadro, la donna risultava da rintracciare per la notifica di un avviso di conclusioni indagini a suo carico, poiché aveva indebitamente percepito il reddito di cittadinanza.
Nella medesima sera del precedente controllo, gli agenti assieme al personale dell’Ispettorato del lavoro e dell’ASP hanno sottoposto a controllo un bar del centro di Acireale poiché nelle settimane precedenti erano stati registrati diversi ed importanti assembramenti di giovani, beffando l’attuale Zona Gialla.
Giunti sul posto, gli agenti hanno notato numerosi giovani in un evidente assembramento, soprattutto nella veranda esterna al locale, con due tavoli occupati da più di quattro persone e dunque violando appieno le norme anti Covid. Nel momento in cui gli avventori si accorgono della Polizia scatta una fuga disperata, consapevoli del rischio d’essere multati.
Al fuggi fuggi generale non ha potuto partecipare il titolare del bar, al quale sono state contestate le violazioni alla normativa anti Covid subendo la sanzione amministrativa di 400 euro e la sanzione accessoria della chiusura del locale per cinque giorni, così come previsto dall’art. 4 D.L. 19/2020. A non scappare, per forza maggiore, anche i clienti occupanti i tavoli, i quali sono stati identificati.