Quante volte vi è capitato di passare accanto all’Arcu o Futtinu o di dare appuntamento a qualcuno proprio vicino ad una delle testimonianze storiche di Catania ancora oggi visibile in Piazza Palestro? La Porta Garibaldi o Ferdinandea, conosciuta come “U Futtinu” (il Fortino), rappresenta per ogni catanese il simbolo della rinascita della città, immortalata e ricordata nel tempo grazie alla frase latina riportata sul monumento che recita “Melior de cinere surgo” e che traduce il motto di Catania “Risorgerò dalle mie ceneri ancor più bella”.
Posta tra piazza Palestro e Piazza Crocifisso, proprio in fondo di via Garibaldi, U Futtinu è in realtà un arco trionfale in pietra lavica e in bianco materiale lapideo che venne costruito in onore delle nozze del principe Ferdinando IV con Maria Carolina d’Austria e per questo detto anche Ferdinandeo; ma che ancora oggi viene considerato la porta dalla quale non molto anticamente si passava per accedere alla città di Catania. Poco importa, però, se sia un arco o una porta: quello che è certo è che U Futtinu rappresenta uno degli emblemi più importanti di Catania, che testimonia la forza e la resistenza di tutti i suoi abitanti, sempre pronti a rialzarsi a testa alta e ad affrontare ogni momento critico.
Ma qual è la storia dell’Arcu do futtinu?
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U Futtinu, Qual è La sua Vera Storia?
Sono molte le fonti storiche che confermano che il Fortino di Catania sia l’arco trionfale costruito il 13 maggio 1768, e progettato dagli ingegneri Stefano Ittar e Francesco Battaglia per commemorare le nozze tra Ferdinando IV e Maria Carolina d’Asburgo-Lorena.
Non tutti i catanesi sanno però, che esiste un vero Fortino vecchio di Catania, che fu edificato con finalità difensive dal viceré Claudio Lemoraldo, principe di Ligne, e ubicato alle spalle della stessa piazza Palestro, in via Sacchero, proprio dove oggi rimane solo l’antica porta in pietra, appartenente alla cinta muraria cinquecentesca e sopravvissuta alla nota eruzione lavica..
Ciononostante, il Fortino di Catania che oggi tutti conoscono (e riconoscono!) è quello sito nell’omonimo quartiere catanese, riconosciuto nei secoli prima come Porta Ferdinandea e poi anche come Porta Garibaldi in memoria dell’eroica impresa che Garibaldi condusse contro i Borboni.
In seguito alla devastante colata lavica del 1669 poi, divenne il simbolo della costruzione della città, rappresentato dall’araba fenice presente sul prospetto centrare dell’arco proprio sopra la frase in latino. In passato, in questa stessa parte superiore era presente un orologio, strappato via da alcuni ladri nel 1943 e sostituito con uno nuovo poi dal Comune, che per evitare ulteriori saccheggi, decise nel 1946 di affidare la custodia do Futtinu a Orazio Oteri, che visse nei locali interni al monumento insieme alla sua famiglia e regolò l’orologio ogni mattina fino alla sua morte, che non vide più successori.
Ma adesso, continuate la lettura per scoprire…
Tutto Quello Che non Sapevate sul Fortino di Catania
I catanesi più veterani sapranno che anticamente era proprio “sutta l’arcu do Futtinu” che si facevano passare i cortei funebri o che esso divideva la campagna dalla città. Ma forse questi stessi catanesi doc non conoscono la leggenda che svela i particolari della sua ubicazione. Secondo un’antica storia, infatti, sembra che siano stati gli stessi sposi Ferdinando IV e Maria Carolina d’Asburgo-Lorena a volerla così, in modo da convolare a nozze con lo sguardo rivolto alla Cattedrale di S. Agata ubicata in piazza Duomo.
Nel tempo, ne ha viste davvero tante u Futtinu dall’alto del suo arco, ricco di simboli vari che sono riconosciuti come propri anche dalle nuove generazioni catanesi.
Un interesse per questa importante opera barocca che non resta localizzato solo a Catania, ma che ha fatto breccia nei cuori di quegli italiani che, dopo averla conosciuta, l’hanno votata, permettendole di posizionarsi al 744° posto della classifica dei Beni Fai (Fondo Ambiente Italiano). Grazie alla Campagna del FAI infatti u Futtinu non solo rientra nei progetti nazionali di valorizzazione e riqualificazione dei luoghi più belli e significativi d’Italia, ma resterà ancora a testimoniare ai posteri la grinta e la buona volontà che contraddistingue la città di Catania e dei abitanti
Foto di Antonio Treccarichi